Fare turismo responsabile in Tunisia e Marocco? Si può e si deve!

Alla scoperta di luoghi d’accoglienza che nascono dalla voglia delle comunità locali di non arrendersi ai circuiti imposti dal turismo mainstream

Fare turismo responsabile in Tunisia e Marocco? Si può e si deve! Questo il messaggio di un ciclo di due webinar che ha portato insieme le voci di tour operator italiani di turismo responsabile e di strutture di accoglienza e di valorizzazione territoriale dei due paesi magrebini per una presentazione delle potenzialità offerte dai due paesi al di fuori dei circuiti turistici più classici.

Gli incontri sono stati organizzati nell’ambito del progetto di cooperazione “Ires : Innovazione e reti di economia equo-solidale in Tunisia e Marocco”, cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e che vede collaborare le ong Nexus Emilia Romagna e Cospe, l’associazione Sopra i ponti, la cooperativa Asdikae Bila Houdoud-Amici senza frontiere, la centrale d’acquisto del commercio equo e solidale AltraQualità insieme a partner associativi ed al ministero dell’Agricoltura tunisino.

L’obiettivo del progetto è il sostegno ad uno sviluppo comunitario sostenibile in Marocco e Tunisia attraverso la promozione di pratiche e processi innovativi e solidali principalmente in ambito agricolo (attraverso l’agroecologia, il rafforzamento di filiere corte e l’organizzazione collettiva dei produttori), e in ambito turistico, con il sostegno ad iniziative di accoglienza turistica che mettano in valore le caratteristiche ed il patrimonio dei territori in cui sono impiantate e che favoriscano uno sviluppo locale “dal basso” grazie al coinvolgimento dei piccoli produttori locali.

Le strutture presentate durante i due incontri online sono infatti luoghi di accoglienza ed animazione turistica che nascono dalla voglia delle comunità locali di non arrendersi ai circuiti imposti dal turismo mainstream sostenuto dallo Stato ma di promuovere il turismo anche nelle loro regioni di appartenenza. Regioni in cui il turismo di massa non arriva ma dove viaggiatori più attenti e sensibili possono scoprire paesaggi inattesi e soprattutto tradizioni e relazioni umane che renderanno il loro viaggio indimenticabile.

Tunisia e Marocco sono infatti entrambi paesi in cui il turismo si è sviluppato fondamentalmente intorno agli itinerari battuti dal turismo di massa : i grandi resort sulla costa del Sahel o a Djerba in Tunisia e il tour delle città imperiali con qualche piccola variazione sul tema in Marocco. Ed in entrambi i paesi la dipendenza da questo modello turistico ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia in corso, ma in Tunisia già dal 2015 quando i due attentati al Museo del Bardo e su una spiaggia di Susa sono riusciti nel loro intento di minare quello che era il settore trainante del Paese provocando una crisi del turismo che si trascina fino ad oggi.

Il primo incontro, intitolato “Accoglienza in famiglia e valorizzazione del territorio – testimonianze dal Medio Atlante e dal Sahel tunisino”, ha portato il pubblico in un viaggio fra luoghi in cui il turista è accolto delle famiglie locali , puo’ gustare la cucina locale più autentica e “casereccia” e fare esperienza della vita quotidiana delle famiglie in queste zone del paese, scoprendo con loro il territorio circostante e le attività agricole locali. Dar Al Mansoura nella regione di Mahdia in Tunisia e le cooperative Taymate e Afous di Timoulilt (Azilal) sono ottimi esempi di collaborazione delle comunità locali per trasformare delle zone  rurali e poco conosciute nel luogo ideale dove prendere una pausa dalla frenesia quotidiana e dove conoscere un altro paese nel modo più autentico e privo di stereotipi.

Il secondo incontro, dal titolo “Ecoturismo ed imprese sociali che favoriscono il commercio equo-solidale locale – testimonianze dall’entroterra di Rabat e dalla regione della Kroumirie nel nord-ovest tunisino” è stato invece dedicato alle strutture di accoglienza che fanno dell’ecologia, delle attività all’aria aperta e della valorizzazione dei prodotti locali la loro vocazione principale. Sul versante tunisino il webinar ha dato voce all’area di campeggio, ristorazione e promozione dei prodotti e dei siti naturali locali Eco-Explore Ain Draham e all’associazione Sidi Bouzeitoun, che opera per la valorizzazione del parco nazionale El Feija e della grandissima varietà di piante ed animali che ospita attraverso passeggiate a piedi, a cavallo ed in mountain bike, attività per adulti e bambini di conoscenza della natura ed un punto vendita di prodotti della foresta lavorati dalle famiglie che vivono nel parco. In Marocco, la cooperativa d’ecotourismo Brachoua coniuga invece l’accoglienza turistica con una produzione agricola basata sulla permacoltura ed attività di recupero di materiali usati per la confezione di mobilio ed altri oggetti.

A fare da cornice alla presentazione di queste esperienze comunitarie di resilienza e di amore per il proprio territorio e per l’incontro con l’altro, l’agenzia Viaggi e miraggi (partner della cooperativa Asdikae Bila Houdoud- Amici senza frontiere per l’organizzazione di circuiti turistici in Marocco) e l’Associazione italiana di  turismo responsabile (rete nazionale di tour operators, strutture turistiche ed associazioni di cui anche Cospe fa parte), hanno ricordato come la collaborazione tra tour operator, ONG e strutture di accoglienza locali sia fondamentale per l’offerta di un buon servizio ed ancor più per garantire che le strutture di accoglienza non siano solo esempi di sostenibilità ambientale e sociale, ma anche di sostenibilità economica.

Un ruolo che tutti i partner coinvolti in questi incontri assumono come una missione per garantire il rafforzamento delle strutture che accompagnano sui territori ed una calda accoglienza sempre pronta per i turisti responsabili italiani, non appena sarà possibile tornare a viaggiare.