L'uguaglianza di genere e l'approccio ai diritti umani al centro del progetto Cospe

Forti come il caffè, decise come il cioccolato: il riscatto delle donne rurali in Ecuador

Grazie alla valorizzazione dei prodotti nelle loro fattorie, sta nascendo una nuova fonte di reddito per le famiglie

In Ecuador, le donne che vivono nelle aree rurali sono il settore della popolazione che deve affrontare la maggiore povertà e disuguaglianza, nonché la minore protezione sociale.

Le donne di queste aree sono produttrici e attrici fondamentali dei sistemi agroalimentari e costituiscono circa il 60% dei produttori di agricoltura familiare, la cui produzione alimenta gran parte della dieta degli ecuadoriani (Fao 2008).

Le donne che lavorano nelle catene del valore del cacao e del caffè devono spesso affrontare molteplici sfide legate al loro genere e alla loro condizione. Nell’ambito del progetto Fieds – Rafforzamento delle catene del valore del caffè e del cacao Cospe, in collaborazione con partner locali, ha lavorato con le donne piccole produttrici nelle province di Carchi, Imbabura ed Esmeraldas cercando di lavorare proprio su queste sfide e migliorare la qualità della loro vita non solo dal punto di vista economico.

Le sfide di cui parliamo includono un accesso limitato all’istruzione, divari di genere per quanto riguarda l’accesso alla terra, alle risorse finanziarie e ai mercati, nonché la discriminazione e la violenza di genere.

In Ecuador, le donne di queste filiere in particolare, tendono a occupare posizioni meno retribuite, o invisibilizzate, all’interno dell’azienda agricola familiare, mentre gli uomini occupano generalmente posizioni decisionali e hanno un accesso più ampio al mercato, in quanto proprietari di aziende agricole, capifamiglia e/o commercianti.

Questo comporta un divario nel potere economico e decisionale. Poiché le donne nelle aree rurali tendono ad avere un accesso limitato anche alla formazione professionale e, soprattutto a causa dei ruoli e delle norme di genere nelle famiglie e nella società, incontrano gravi difficoltà e ostacoli nel migliorare le proprie competenze e nel far progredire la propria autonomia e la possibilità di proiettarsi nel futuro e di farsi strada da sole. Devono inoltre affrontare barriere sociali e culturali, discriminazioni basate sul genere, che impediscono loro di partecipare pienamente ai processi decisionali e di accedere ai mercati e al credito.

Nel complesso, il divario di genere nelle catene del valore del cacao e del caffè in Ecuador è significativo e sono necessari notevoli sforzi per affrontare le barriere strutturali e culturali che impediscono alle donne di partecipare e di trarre beneficio da questi ambiti produttivi.

Grazie al progetto, è stato possibile realizzare un’azione pilota di accompagnamento, di rafforzamento organizzativo e di empowerment femminile con un focus di genere rivolto a donne adulte e giovani produttrici legate a queste filiere.

Il processo, che è durato circa 18 mesi, pur avendo subito lo stop della pandemia, ha mirato a facilitare e rafforzare tre gruppi di donne produttrici rurali offrendo uno spazio di riflessione guidata, facilitando un’analisi critica del contesto di vita delle donne, sulla base delle loro esperienze e delle loro conoscenze e ha lasciato un grande patrimonio di fiducia, autostima e professionalità: «Nonostante tutto – racconta una delle partecipanti ai workshop – abbiamo mantenuto la nostra famiglia. Siamo diventate più unite, le figlie sono tornate e hanno aiutato a casa e ora alcune di loro partecipano alla nostra attività. Ci siamo rese conto che, nonostante la situazione difficile (della pandemia, ndr), potevamo vivere in modo autosufficiente nelle nostre fattorie, con pochi acquisti nelle città. Pur non avendo soldi, abbiamo usato le risorse che avevamo nelle nostre fattorie, come polli, maiali e mucche. Tutto ci aiutava a condividere».

L’uguaglianza di genere e l’approccio ai diritti umani sono stati parte di tutte le formazioni e di tutti gli incontri. Il lavoro del gruppo è stato sviluppato in un contesto di rafforzamento della fiducia e del rispetto per le persone (tanto donne che uomini), utilizzando gli strumenti pedagogici della tradizione latinoamericana dell’educazione popolare degli adulti nella tradizione latinoamericana del pedagogista brasiliano Paulo Freire, con un senso critico e trasformativo.

In quest’ambito è nata formalmente l’associazione di donne con il nome di Asomurchoq (Associazione delle donne rurali del Chocó, Quinindè) che unisce 19 produttrici di cacao e le loro figlie. Attualmente, produce e commercializza 4 prodotti: barrette di cioccolato al 70%, barrette di cioccolato al latte, pasta di cacao e cioccolatini al maracuyá.

Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Università San Francisco di Quito, Asomurchoq ha partecipato al processo di co-creazione di prodotti derivati dai residui di lavorazione del cacao da cui sono nati lo sciroppo di polpa di cacao, le caramelle gommose di polpa di cacao e un mix per torte e biscotti a base di farina di platano, tapioca e cascarilla (buccia della fava di cacao).

Grazie alla valorizzazione dei prodotti nelle loro fattorie, il cacao, ma non solo, Asomurchoq sta generando una nuova fonte di reddito per le donne produttrici di cacao, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita delle loro famiglie. Inoltre, il coinvolgimento delle giovani contrasta il processo di emigrazione dalle zone rurali alla città e contribuisce all’inclusione delle nuove generazioni nella filiera del cacao.