Posizione unitaria espressa da Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti
I sindacati difendono la Fabbrica del futuro: «Scapigliato è un bene comune»
«La sicurezza ambientale passa esclusivamente dalla certezza che ogni singolo rifiuto abbia un impianto che lo tratti e smaltisca in sicurezza»
Dopo l’ampliamento delle indagini a carico di Scapigliato per alcune ipotesi di reato inerenti la gestione del percolato e la tenuta strutturale della discarica – comunicato in primi dall’azienda, che si è dichiarata completamente estranea alle accuse – i sindacati hanno preso posizione dichiarando il proprio apprezzamento verso l’operato portato avanti dalla società.
Le organizzazioni sindacali confederali di categoria – dichiarano all’unisono Giovanni Golino (Fp Cgil), Uliano Bardini (Fit Cisl) e Massimo Marino (Uiltrasporti) – credono fortemente nell’evoluzione tecnologica del settore ambientale e nella necessità di aumentare la dotazione impiantistica, perché la sicurezza ambientale passa esclusivamente dalla certezza che ogni singolo rifiuto abbia un impianto che lo tratti e smaltisca in sicurezza».
Sotto questo profilo Scapigliato viene inquadrato dai sindacati come «bene comune». Il polo impiantistico di Scapigliato per lo smaltimento ed il trattamento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi, gestito dall’omonima società – in entrambi i casi il proprietario è al 100% il Comune di Rosignano Marittimo – nasce infatti nel 1982 come discarica controllata per lo smaltimento dei rifiuti della Bassa Val di Cecina, introducendo un elemento a quel tempo innovativo e di forte valore ambientale: la sua attività ha permesso di chiudere, su tutto il territorio, decine di discariche inefficienti e ambientalmente dannose.
Oltre a garantire un presidio ambientale per il territorio, a partire dal 2016 (con l’ottenimento della nuova Autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione Toscana due anni fa) Scapigliato ha deciso di investire per risalire la gerarchia europea di gestione dei rifiuti, rendendo progressivamente marginale l’impiego della discarica per dare spazio ad altri impianti in grado di recuperare materia e/o energia: un percorso che punta a realizzare una “Fabbrica del futuro” grazie a circa 100 milioni di euro in investimenti in un decennio, che porterà sul territorio innovativi impianti come il biodigestore per recuperare compost e biometano dai rifiuti organici.
«Il progetto Fabbrica del futuro – sottolineano i sindacati – è uno dei primi e concreti progetti di economia circolare dell’intero territorio toscano. Scapigliato rappresenta l’esempio industriale che si può superare la logica antica della semplice discarica per andare verso il recupero della materia e la produzione di materia prima-seconda».
Da qui il sostegno espresso verso la società e i suoi lavoratori: «Vogliamo qui affermare con forza e convinzione, la piena certezza e consapevolezza della correttezza e serietà con cui tutte le lavoratrici e lavoratori dell’azienda, sono impegnati ad applicare le corrette procedure di lavoro nel rispetto delle prescrizioni autorizzative e ambientali, senza mai venire meno alla propria professionalità. I sindacati auspicano che la Magistratura arrivi celermente a fare chiarezza sulla vicenda, e come sempre si schierano dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori cui non farà mai mancare il loro sostegno».