Il Ristoro delle fate: cibi genuini a chilometro zero

In Albania, nella pianura della Zadrima, un'eccellenza di richiamo internazionale

Incontriamo Altin Prenga, socio e chef dell’agriturismo “Mrizi i Zanave” (Ristoro delle Fate) di Fishte, nei pressi del lago di Scutari all’ora di pranzo. Altin ci racconta con entusiasmo e con occhi appassionati delle sue esperienze in Italia e in Albania e del suo locale, un agriturismo immerso nel verde della Zadrima che nel dicembre 2011 è diventato il primo ristorante e Convivium Slow Food del paese. Altin e il fratello Anton hanno iniziato la loro carriera seguendo il padre (anche lui cuoco) in Italia e lavorando nei ristoranti del Trentino Alto Adige, nelle macellerie e nei caseifici della zona, per poi aprire in Albania, nel giugno 2010, il “Ristoro delle fate”.

“Il nostro è un posto in un certo senso democratico – ci racconta Altin – ci può accedere chiunque, e la cosa molto bella è che tutti consumano lo stesso cibo, bevono il vino locale, la nostra acqua di fonte. E questo vuol dire che non ci sono differenze, anche sul modo di ordinare, tra quelli che hanno molto e quelli che hanno poco”.

Al “Mrizi i Zanave” si possono trovare i piatti della tradizione albanese. “I nostri punti forti sono proprio i sapori veri del nostro cibo e l’autenticità delle vecchie ricette che sono sopravvissute – ci spiega Altin. In Albania ci sono piccolissimi agricoltori, e quindi la materia prima è molto autentica e ognuna ha una storia diversa da raccontare”.

Le materie prime infatti provengono da più di 300 famiglie della zona e sono cucinate da Altin e da suo fratello con tecniche e lavorazioni apprese in seguito alle esperienze fatte in Italia. “Il concetto di Mrizi i Zanave -continua lo chef- non è solo di fare cucina, ma di trovare metodi tradizionali e innovativi per sfruttare al massimo le risorse del nostro territorio. I nostri contadini ci danno una materia grezza fantastica che diventa qualcosa di più nel nostro ristorante”.

Altin ci svela che non vuole cucinare prodotti di cui non conosce l’origine, ma ama gli ingredienti di cui sa chi è il produttore: “Quando tu sai chi li raccoglie e chi te li porta e sai l’origine del cibo, cucinare questi prodotti è una cosa bellissima. Conoscere le mani del produttore secondo me è un elemento unico”. Accanto all’agriturismo c’è anche un piccolo spaccio per “creare un legame stabile tra il contadino e noi. L’importante è fare rete con le stesse famiglie per fare in modo che loro non siano costrette ad andare da un’altra parte a vendere”.

Il progetto, avviato su questi principi, oggi si allarga alla sperimentazione di tecniche di agricoltura biologica, anche grazie al progetto “Alleanza per l’agricoltura familiare nel Nord Albania”, finanziato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e realizzata dalle o.n.g. COSPE e RTM, con il sostegno della Provincia di Bolzano e dell’associazione A.Ve.Pro.Bi, che ha ospitato Anton in Veneto per un breve periodo di conoscenza e aggiornamento.

Da “Mrizi i Zanave” si possono ammirare le oche che starnazzano, un piccolo mulino che produce la farina da grani locali che viene poi usata per la panificazione, campi di ortaggi, ulivi, alcuni frutteti e pergolati di viti che, oltre a produrre, fanno ombra per le degustazioni che in primavera ed estate si possono fare all’aperto: facile chiedersi e capire le fonti del successo di Altin e Anton, e perchè questo posto è ormai una meta importante per tanti turisti, sia albanesi che internazionali.

Questo è il pensiero che sta dietro il successo del Mrizi, come ci conferma Altin: “dare massimo valore alla cultura e alle colture locali, coordinarsi con i piccoli produttori, essere tramite tra loro e i ristoratori, costruire una rete con i colleghi” e fare propria la filosofia di Slow Food secondo la quale “il cibo deve essere buono, pulito e giusto”. E tra un po’ di tempo, anche biologico.