In collaborazione con Trasformazioni - Il blog di Carlo Carraro - www.carlocarraro.org

La crescita economica ha bisogno di energie rinnovabili

La crescita economica globale va difesa con un urgente piano di trasformazione energetica

La crescita economica nei paesi più sviluppati, ma oramai anche in quelli in via di sviluppo, è sempre più legata all’innovazione, soprattutto digitale, che abilita nuovi processi produttivi e induce nuovi modelli di consumo. È una crescita che ha permesso di conseguire nei paesi sviluppati livelli di benessere senza precedenti, e potrebbe permettere in futuro livelli di benessere adeguati anche in aree del mondo caratterizzate da povertà e forti disuguaglianze. Soprattutto perché rende possibili quei salti tecnologici che evitano le lente transizioni che caratterizzano i paesi più sviluppati. La conferma viene dalla Tabella qui sotto, che mostra i 10 paesi con i più elevati tassi di crescita economica nel 2018, elenco in cui compaiono solo paesi in via di sviluppo.

Un esempio della rapidità del digitale di creare opportunità (e salti tecnologici) nei paesi in via di sviluppo è la diffusione dell’identità digitale che in quei paesi sta superando i livelli dei paesi sviluppati (vedi Figura). Ed è noto come l’identità digitale sia un pre-requisito essenziale per lo sviluppo di una società digitale.

Approfittare delle opportunità offerte dalle rapide trasformazioni che stanno caratterizzando il mondo produttivo, soprattutto grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, diviene quindi un imperativo categorico per ogni paese, per l’Italia in particolare, per troppi anni caratterizzata da tassi di crescita della produttività troppo bassi. Trasformazioni che riguardano i sistemi di produzione, l’organizzazione del lavoro, ma anche l’uso dell’energia, i sistemi di welfare aziendale e pubblici, la struttura demografica della popolazione e i relativi nuovi servizi (dalla sanità al turismo).

Assieme a quella digitale e a quella demografica, la trasformazione/transizione energetico-ambientale è forse quella più rilevante a cui andremo incontro nei prossimi anni. Tale trasformazione sarà strettamente collegata ad una crescita economica che negli ultimi decenni ha avuto conseguenze negative da vari punti di vista, quello ambientale in primis. La rapida crescita delle emissioni di gas effetto serra degli ultimi 30 anni (si veda la Figura sotto che evidenzia che 16 dei 17 anni più caldi sono stati registrati dal 2001) ha ad esempio compromesso gli ecosistemi di molti paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo, caratterizzati da una elevata vulnerabilità alle variazioni del clima causa la loro dipendenza dalle risorse idriche e dalla produzione agricola. Con conseguenze che non sono solo economiche, ma che hanno anche riflessi importanti sui flussi migratori internazionali (la Banca Mondiale stima in 143 milioni il numero di migranti dovuti ai cambiamenti climatici da oggi al 2050).

È paradossale come proprio nelle regioni del mondo in cui la crescita economica è più necessaria, questa sia minacciata in modo rilevante da condizioni ambientali disastrose, cambiamenti climatici che dispiegano pesantemente i propri effetti e limitata disponibilità di risorse naturali. Le stime più recenti indicano in 190 miliardi di dollari all’anno – lo 0,25% del PIL mondiale – il valore dei danni indotti da eventi legati al cambiamento climatico nel 2017. Una cifra destinata inevitabilmente a crescere rapidamente nei prossimi anni (infatti, con grande probabilità, la temperatura media globale crescerà di almeno un altro mezzo grado entro il 2050, generando una crescita esponenziale dei danni economici legati ai cambiamenti climatici).

La crescita economica globale va quindi difesa con un urgente piano di trasformazione energetica, per far sì che da un lato tutti i nuovi impianti di produzione di energia elettrica utilizzino energie rinnovabili o il nucleare, dall’altro i processi di elettrificazione e di miglioramento dell’efficienza energetica procedano rapidamente in tutti i settori.

Per raggiungere questi obiettivi servono importanti investimenti. Ma si tratta di un piano di sviluppo economico che porterà importanti benefici, non solo in termini di riduzioni delle emissioni di gas serra, come mostra il progetto di politica economica delineato da Ursula von der Leyen, nuova presidente della Commissione europea, che ha insistito sulla priorità da dare ad uno sviluppo sostenibile ed al controllo del cambiamento climatico, sottolineando che le istituzioni europee si dovranno impegnare a sostenere le iniziative per rendere concreto tale sviluppo. Le deleghe date a Frans Timmermans sull’economia e sul cambiamento climatico sono la prova di questo nuovo indirizzo della Commissione Europea, che si sostanzierà in importanti misure per agevolare gli investimenti in sostenibilità (un green New Deal da adottare in tutti i paesi europei e di cui non solo l’Italia, ma anche Germania e Francia, hanno grande necessità).

Quest’articolo è pubblicato sul blog Trasforazioni all’indirizzo https://carlocarraro.org/argomenti/cambiamento-climatico/la-crescita-economica-globale-ha-bisogno-di-energie-rinnovabili/