La fisica della sobrietà. Ne basta la metà o ancora meno
Per Giovanni Vittorio Pallottino, ordinario di Elettronica all’Università “La Sapienza” di Roma, il risparmio energetico è l’estetica scientifica della sobrietà. Uno degli obiettivi della strategia energetica europea per il 2020, la famosa 20-20-20, è proprioquello di ridurre i consumi di fonti primarie del 20% rispetto alle previsioni tendenziali, mediante l’aumento dell’efficienza energetica. Per quanto riguarda il nostro Paese il governo ha recentemente dedicato delle agevolazioni fiscali a famiglie ed imprese che effettuano interventi per incrementare l’efficienza energetica e ridurre i consumi, che pare siano state apprezzate dai cittadini. Infatti, in base ai dati dell’Osservatorio sull’efficienza energetica, realizzato da Ispo, sarebbero oltre 2,6 milioni (12%) le famiglie che hanno in previsione di effettuare interventi per migliorare le prestazione energetiche delle proprie abitazioni nei prossimi 12 mesi, con una spesa complessiva che si aggirerebbe intorno a 10,2 miliardi di euro.
«Seguire il criterio del risparmio energetico – afferma Pallottino -significa scegliere le soluzioni tecnologiche che conducono a ridurre i consumi di energia a parità di risultato finale, cioè senza dover rinunciare a nulla». A monte di questa affermazione, l’autore invita a fare una riflessione più profonda sul modello di sviluppo attuale, sul mito delle risorse infinite che già negli anni ’70 dello scorso secolo alcuni avevano messo in dubbio, ma che ancora oggi impera.
Pallottino invita a riflettere sull’accumulo di beni che è andato progressivamente aumentando di generazione in generazione, salvo interrompersi in questa fase storica, dove addirittura la tendenza pare invertita a causa della crisi e del disagio socio-economico dei giovani. Nella società dei consumi, l’approfondimento su ciò che è necessario e su ciò che invece è superfluo (entrambi aspetti legati anche alla soggettività), non può che incrociarsi con la critica all’indicatore di misura comunemente usato (Pil), per evidenziare la necessità di andare oltre il “conteggio” del mero aspetto economico e allargare l’ottica alla “misura” della qualità della vita delle persone.
La tesi di Pallottino, argomentata attraverso esempi di fisica pratica, è quella che «…nella maggior parte dei casi per vivere più che confortevolmente ne “basta la metà” o ancora meno… di tutto o quasi tutto quello che consumiamo». Non si tratta di “decrescere” tout court (anche se per alcuni consumi di materie prime ed energia è necessario) ma di vivere in modo sostenibile, riempiendo di significato l’aggettivo, cioè considerando intanto il riequilibrio dei consumi e dell’utilizzo delle risorse tra Nord e Sud del mondo e guardando alle generazioni future che hanno diritto a “ricevere” un pianeta ancora “in vita”.
L’autore da una parte invita a guardare al passato e a ritrovare comportamenti di sobrietà che del resto i nostri nonni adottavano ogni giorno, ma soprattutto ad avvalersi delle innovazioni scientifiche applicate alla quotidianità per ridurre i consumi: a tal fine è necessario conoscere il funzionamento di tutti gli oggetti di uso consueto e i principi base della fisica che li regolano.
Se l’utilizzo razionale dell’energia è il mezzo per raggiungere l’obiettivo del risparmio energetico, che tra l’altro significa anche risparmio di risorse economiche per le famiglie, Pallottino porta in tal senso esempi pratici, spiegando con l’aiuto della fisica di base applicata nei vari luoghi dove si svolge la vita di tutti i giorni come evitare di compiere errori madornali.
Quindi gran parte del volume è dedicata alle buone pratiche, a partire da quelle da attuare nelle abitazioni dove l’energia utilizzata ammonta a circa un quarto del fabbisogno nazionale. Si tratta di consigli su riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, su come evitare sprechi energetici in cucina e sprechi energetici e idrici in bagno, su come acquistare un elettrodomestico efficiente o anche, per uscire dall’abitazione, su come usare correttamente l’automobile.
Ovviamente ogni “buona pratica” ai fini del risparmio energetico e della riduzione dei consumi viene spiegata in modo approfondito dal punto di vista scientifico mettendo in risalto banalità e luoghi comuni che ci inducono a comportamenti errati. Consigli condivisibili sono forniti da Pallottino anche per la riduzione dei consumi di materia, mentre approviamo meno la posizione dell’autore sulla “rivoluzione verde” che ha migliorato certo la produttività agricola, ma è stata anche una “rivoluzione chimica” basata sull’aumento esponenziale dei consumi di fertilizzanti ed attuata con idee sviluppiste che nel tempo hanno mostrato tutti i loro limiti.
Invece, in sintonia con l’autore, ci troviamo quando mette in evidenza il disequilibrio mondiale dei consumi di risorse (il 20% della popolazione ne consuma l’80%) correlato alla crescita delle esigenze delle popolazioni emergenti e quindi alla necessità di cambiamenti culturali e di abitudini, specialmente nel nord del Pianeta, per offrire a tutti uguali opportunità.
Pallottino conclude il volume confidando nell’intelligenza dell’uomo. «Dobbiamo avere fiducia infatti nell’ingegno dell’uomo nel risolvere i problemi che man mano si pongono e quindi anche nella tecnologia, quando ci aiuta sulla strada verso la sostenibilità… Naturalmente senza cadere in trappole, quali ad esempio vanificare i risparmi di energia o di materie prime aumentandone corrispondentemente i consumi. Essenziale al cambiamento di stile sarà una maggiore assunzione di responsabilità nelle nostre scelte e nelle nostre azioni, a tutti i livelli».