Lester Brown, 90 anni e non sentirli: il suo Piano B resta la bussola della sostenibilità
Da Edizioni Ambiente la nuova edizione di un classico contemporaneo dell’ambientalismo, impreziosita dall’introduzione di Gianfranco Bologna
Compie oggi 90 anni Lester Russel Brown, agronomo, scrittore e ambientalista di fama internazionale, noto al mondo dagli anni ’80 come uno dei padri del concetto di sviluppo sostenibile.
L’occasione per celebrare il suo contributo inestimabile alla causa della sostenibilità arriva con la nuova edizione del libro Piano B. Mobilitarsi per il futuro (Edizioni Ambiente), un classico contemporaneo del pensiero ambientalista arricchito dall’introduzione di Gianfranco Bologna, presidente onorario della comunità scientifica del Wwf nazionale.
«Lester Brown, profondo esperto di analisi sistemiche della relazione specie umana-sistemi naturali, è stato uno straordinario e autentico pioniere dell’analisi e della proposta per creare società umane sostenibili – ricorda Bologna – La sua competenza, il suo desiderio di cambiamento, la sua capacità di approfondire le problematiche e di collegarle in maniera fortemente interdisciplinare, sono qualità fondamentali per chi vuole indicare strade concrete e praticabili verso un modello di sostenibilità del nostro sviluppo per l’intera umanità. Rileggere le pagine di questo “classico” della sostenibilità può essere di aiuto a tutti».
In particolare, i due istituti di ricerca fondati da Brown – il Worldwatch Institute e l’Earth Policy Institute – hanno svolto un ruolo cruciale nell’educazione e nella sensibilizzazione riguardo ai temi della sostenibilità, basata su una conoscenza scientifica dei cambiamenti globali e dei rischi associati: il fondamento per guidare politiche efficaci verso la transizione ecologica.
Nella sua lunga carriera, Brown ha contribuito in modo significativo alla comprensione delle crisi ambientali e sociali del nostro tempo. In primis, il suo lavoro ha evidenziato che l’attuale modello di economica non sia sostenibile nel lungo periodo.
Basti osservare che gli esseri umani costituiscono ad oggi solo lo 0,01% della biomassa totale del pianeta, mentre i mammiferi selvatici rappresentano solo il 4% della biomassa complessiva dei mammiferi, con il restante 96% rappresentato da animali allevati dall’uomo come bovini, ovini, e suini.
Le evidenze scientifiche indicano inoltre che la biodiversità sta affrontando una grave crisi, con una media tra 24 e 100 specie estinte ogni 10.000 ogni anno, a seconda dei gruppi tassonomici considerati. Questi dati sono allarmanti e indicano la necessità urgente di rivedere i nostri modelli di sviluppo e di adottare misure concrete per invertire questa tendenza.
La bussola per farlo sta nella proposta di Brown di uno “Spazio operativo sicuro”, basata sui confini planetari, indicando chiaramente i limiti biofisici entro i quali l’umanità dovrebbe muoversi per garantirsi uno sviluppo sostenibile. Tuttavia, questi confini sono già stati superati in diversi ambiti, come nel caso della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, attualmente a 420 ppm, oltre il limite considerato sicuro di 350 ppm: è questo il motore della crisi climatica che siamo chiamati a fermare.