Lonzi Metalli, quando la preparazione al riciclo è nel Dna

Lonzi Metalli,  una  delle principali imprese del settore rifiuti di tutta  la Toscana, ha  fatto  propria la gerarchia europea per una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti che indica, in ordine di priorità, le 5 opzioni: Ridurre, Riusare, Riciclare, Recuperare energeticamente, Smaltire la parte residuale. La preparazione al riciclaggio è dunque  il core business di quest’azienda, consapevole di svolgere un’attività dove l’equilibrio della mitigazione degli impatti ambientali si deve sposare alle risposte territoriali in termini di servizi offerti, garantendo professionalità nella progettazione ed erogazione della raccolta.

Emiliano Lonzi, come si è evoluta la vostra attività nel corso degli anni?

«Nel corso  di 4 generazioni (opera a Livorno dall’immediato  dopoguerra),  Lonzi si è specializzata nel settore dei rifiuti ed ha sviluppato la propria attività in molteplici settori quali la raccolta, il trasporto, la gestione deposito temporaneo di rifiuti all’interno di aziende, le pulizie industriali, e il trattamento di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non. La società certificata ISO9001 e Ambiente Iso 14001, ha investito in tecnologia e professionalità all’avanguardia soprattutto nel settore del recupero di materia, per soddisfare le esigenze del cliente. L’azienda riesce a coprire tutti i vari settori ambientali: il sistema impiantistico comprende, infatti, un ciclo integrato che garantisce la massima flessibilità di gestione e autonomia, in quanto  distinto in linee che  si possono interconnettere in funzione delle caratteristiche del rifiuto in entrata o prodotto».

L’opinione pubblica è viziata da due pregiudizi opposti e speculari: c’è chi ritiene che dividendo i rifiuti per tipologia i rifiuti spariscono e c’è chi invece pensa che fare la differenziata sia inutile perché poi le aziende ributtano tutto insieme. In questo modo si nasconde completamente la filiera del riciclo, fatta di processi industriali che necessitano invece di continui investimenti in ricerca e infrastrutture. Può spiegarci la vostra filiera industriale?

«La Lonzi Metalli opera nel settore dei rifiuti speciali ed urbani con esperienza consolidata nel corso  degli anni e  un  Know- how  che  riesce ad  adeguarsi all’evolversi della normativa ambientale e del mercato, dando  risposte qualificate alle esigenze del sistema produttivo. L’azienda è dotata oltre che di un impianto di selezione automatico – per il recupero di legno, ferro e metalli, plastiche, vetro e inerti dai rifiuti speciali ed urbani indifferenziati compreso il multimateriale delle raccolte differenziate toscane – anche di piattaforme di selezione per il recupero di numerosi tipi di materiale: carta  e cartone proveniente dalle raccolte differenziate e finalizzate del Comune di Livorno e delle aziende presenti sul territorio (le sue strutture sono  infatti riconosciute come piattaforma di selezione dal Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica); legno proveniente dai circuiti di raccolta degli imballaggi legnosi, dalle attività di pulizia, costruzione e demolizione; rottami  ferrosi e non ferrosi che dopo cernita, tagliatura e/o pressatura sono  avviati alle acciaierie per  il  loro recupero finale».

Quindi gli impianti Lonzi rispondono anche alle esigenze del sistema produttivo, processando anche i rifiuti speciali (che in Toscana sono 4 volte gli urbani)?

«Esatto. nella piattaforma si svolge l’attività di trattamento per  il successivo smaltimento di ogni tipologia di rifiuti speciali  pericolosi  e  non  pericolosi  provenienti da attività industriali, artigianali e commerciali, ivi compresi i rifiuti provenienti da attività di scavo, demolizione  e  bonifiche  di  terreni  pericolosi  e non pericolosi. Presso l’impianto che si trova alla periferia di Livorno, Lonzi si occupa infine della messa in riserva in attesa dell’avvio ad impianti autorizzati al recupero finale, di batterie esauste al piombo, degli oli esausti, di apparecchiature elettroniche, di filtri olio esausti, e di pneumatici esauriti».