Mare, le Zone economiche esclusive non possono essere ulteriormente rinviate

Senza una compiuta definizione della Zee italiana e in attesa degli accordi con gli Stati limitrofi, resta difficile pianificare gli spazi marittimi. Ad esempio per l’eolico offshore

Un richiamo urgente dell’attuale pianificazione degli spazi marittimi, che doveva concludersi entro il 31 marzo 2021 – come richiesto dalla normativa unionale e definito dalle linee guida stabilite dal Dpcm del 1° dicembre 2017 –, non può prescindere dall’osservanza della legge 91/2021, istitutiva della Zona economica esclusiva (Zee) italiana, in base alla quale si devono definire i propri confini entro i quali l’Italia eserciterà la propria sovranità in relazione ai poteri che la convenzione Unclos riconosce in capo a ciascun Stato marittimo in tale Zona.

In assenza di una compiuta definizione dell’estensione della Zee italiana e in attesa dei necessari accordi con gli Stati frontalieri e limitrofi, la difficoltà di definire una corretta pianificazione degli spazi marittimi risulta purtroppo essere oggettiva.

Stati frontalieri

Per quanto riguarda le Zone economiche esclusive e la discrasia con la pianificazione degli spazi marittimi che ancora resta incompiuta, occorre sottolineare che non si può prescindere da una definizione dei confini spaziali anche determinata dall’estensione della Zee italiana, ancora in fase istruttoria (da anni).

Pertanto, si può concludere che un’eventuale pianificazione degli spazi marittimi, che tenga conto delle situazioni attuali, non potrà pregiudicare delimitazioni differenti, frutto di futuri accordi bilaterali.

La delimitazione della Zee italiana, quindi, potrebbe essere in futuro soggetta ad eventuali esiti diversi, e rimodulata alla luce di futuri singoli accordi con i Paesi frontalieri o limitrofi e questo potrebbe avere ripercussioni in sede di aggiornamento dei “Piani di gestione dello spazio marittimo “secondo le modalità e le tempistiche definite dalle linee guida di cui all’art. 6, comma 2, e comunque entro dieci anni dalla loro prima approvazione”.