Cospe rilancia a campagna a sostegno di indigeni e foresta
Nonostante le promesse della Cop26, la deforestazione dell’Amazzonia continua a crescere
Menchini: «Un’opinione pubblica sempre più consapevole non si accontenta più delle promesse»
La deforestazione della più grande foresta pluviale continua a crescere. A settembre il disboscamento dell’Amazzonia, solo nell’area brasiliana, è cresciuto del 2% rispetto al 2020.
Tra la corsa all’accaparramento delle terre, gli interessi economici di grandi potenze e l’innalzamento dei prezzi delle materie prime, i cambiamenti climatici e il ruolo delle comunità indigene che per anni hanno difeso queste regioni finiscono nuovamente sotto i riflettori.
Perdita di terreni e di biodiversità, coltivazioni di soia e allevamenti di bestiame crescono in una “caccia al tesoro” che non si è fermata neanche di fronte alla pandemia. Su questo scenario, il Brasile ha preso voce e si è unito agli oltre cento Paesi che, in occasione della Cop26 a Glasgow, lo scorso 2 novembre hanno siglato l’intesa per lo stop alla deforestazione entro il 2030.
«L’accordo rappresenta un passo in avanti, rispetto ad analoghe iniziative del passato come la dichiarazione di Parigi del 2014, perché impegna per la prima volta i governi su questo obiettivo, dispone risorse per lo sviluppo di economie sostenibili della foresta viva e per il sostegno ai popoli indigeni. Ma sono come al solito promesse non vincolanti, che ogni governo può oggi sottoscrivere e domani aggirare senza subire sanzioni, in primo luogo chi ha bisogno di rifarsi un’immagine dopo anni di politiche scellerate – commenta il presidente di Cospe Giorgio Menchini – Il rischio che tutto si riduca a un’operazione di greenwashing utile per sedare le proteste degli attivisti nelle strade è dunque molto alto, ma deve fare i conti con una opinione pubblica sempre più consapevole, che non si accontenta più delle promesse, ma pretende azioni concrete, impegni vincolanti, obiettivi all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte».
Oggi più che mai, Cospe chiede infatti di muoversi con azioni concrete e di scendere in campo a fianco di chi difende la terra di tutti. Presenti da anni nel bacino amazzonico con progetti di tutela e di gestione sostenibile del territorio, il presidente rinnova l’impegno dell’organizzazione con la campagna AMAzzonia.
Tre in particolare i Paesi dove i progetti di tutela ambientale a favore di popolazioni indigene e comunità locali si muovono.
In Brasile, nella Riserva Estrattivista Chico Mendes, dove circa 3.500 famiglie vivono dell’estrazione tradizionale di castagna, caucciù e açai e lottano contro la deforestazione, la contaminazione da pesticidi e i continui tentativi di riduzione dell’area protetta.
In Colombia, nel dipartimento di Putumayo, dove la comunità Ukumari Khanke è proprietaria di una riserva naturale di cui si prende cura.
Infine in Bolivia, nel municipio di Riberalta, l’organizzazione umanitaria sosterrà l’Associazione Giovani Riforestatori in Azione (AJORA) in progetti di riforestazione e produzioni locali (miele, noce, cacao).
Sostenere la campagna è possibile anche tramite una donazione dalla pagina dedicata del sito di Cospe oppure partecipando alla lotteria di Natale Dreaming of Green Christmas. L’estrazione è in calendario il prossimo 8 gennaio.