La posizione dell’azienda attiva nell’economia circolare sull’inchiesta coordinata dalla Dda
Presunti smaltimenti illeciti di rifiuti, Scapigliato «completamente estranea alle accuse»
L’azienda al 100% pubblica sostiene «l’infondatezza delle accuse esclusivamente riguardanti, per quanto attiene la società stessa, le modalità di gestione del percolato all’interno dell’impianto di discarica»
A tre anni esatti dall’ultima inchiesta che ipotizzava un traffico illecito di rifiuti nell’area livornese – e di cui ancora si attende l’udienza preliminare – coinvolgendo marginalmente l’allora Rea Impianti, la società oggi ribattezzata Scapigliato srl torna a essere chiamata in causa dalla cronaca in merito al blitz condotto dalla Guardia di finanza di Livorno e Castiglioncello con l’ausilio della sezione di polizia giudiziaria Arpat di Firenze, su delega della Direzione distrettuale antimafia (Dda) fiorentina, per smantellare un presunto sistema di gestione illegale di rifiuti e di connessa evasione fiscale.
La cosiddetta operazione “Stop stinks” si è concentrata su dubbie dinamiche di svuotamento di fognature, pozzi neri e fosse settiche di civili abitazioni e impianti industriali, anche con video-intercettazioni che avrebbero permesso di comprovare numerosi sversamenti direttamente nella rete fognaria sotterranea pubblica, effettuati mediante l’apertura del tombino a essa collegato all’interno del piazzale di un’azienda locale attiva da decenni nel servizio spurghi.
Gli inquirenti avrebbero quantificato 5.600 tonnellate di rifiuti complessivamente sversati in tre anni, con l’ottenimento dei 340.000 euro di illecito risparmio prodotto per effetto del mancato smaltimento presso impianti autorizzati. Secondo l’ipotesi accusatoria – che ha portato complessivamente a 10 persone indagate, 3 delle quali sottoposte agli arresti domiciliari – la s.r.l. protagonista dei presunti traffici illeciti di rifiuti era inoltre solita incassare “in nero” due prestazioni di spurgo e/o scovolatura su tre, con una mancata dichiarazione di ricavi, conseguiti in tre anni, stimata in oltre 1 milione di euro, più Iva.
A corollario di questo contesto, le notizie pubblicate in merito a Scapigliato ipotizzano presunti smaltimenti illeciti all’interno della discarica gestita dall’azienda – al 100% pubblica, di proprietà comunale – a Rosignano Marittimo.
Nel merito, Scapigliato – che un anno fa veniva individuata come «un esempio di sistema virtuoso» dalla Commissione regionale d’inchiesta sui rifiuti – interviene oggi con una nota dichiarandosi «completamente estranea alle accuse di presunto illecito smaltimento di rifiuti liquidi».
Scapigliato e il proprio management evidenziano, in particolare, la «completa estraneità dalle accuse di presunto smaltimento di rifiuti liquidi in fognatura pubblica ipotizzato esclusivamente in capo ad altra società e a soggetti in alcun modo riconducibili al management di Scapigliato. La società sta fornendo e fornirà tutta la collaborazione necessaria agli inquirenti affinché sia accertata la verità dei fatti e, pertanto, l’infondatezza delle accuse esclusivamente riguardanti, per quanto attiene la società stessa, le modalità di gestione del percolato all’interno dell’impianto di discarica, attività che non comporta produzione, conferimenti, o smaltimenti in impianti esterni, di alcun rifiuto».
Scapigliato e il proprio management, quindi, esprimono piena fiducia nell’operato della magistratura auspicando nel contempo una celere conclusione del procedimento.