Da qui (non) passa lo sviluppo dell’economia blu
Spazio marittimo, senza un Piano di gestione all’Italia restano solo le multe europee
Il nostro Paese è sotto procedura d’infrazione, in quanto il ministero delle Infrastrutture e Trasporti non ha ancora adottato il documento previsto ormai dal 2014
Il Belpaese è senza un Piano digestione dello spazio marittimo italiano, come invece stabilito dalla Direttiva 2014/89/UE, che – vale la pena ricordare–, istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo con l’intento di promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime (la cosiddetta economia blu), lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse marine.
Dunque, nonostante la procedura di “infringement” che dal 1° giugno del 2023 obbliga l’Italia a pagare per la procedura d’infrazione – la 2021_2223, per la Mancata comunicazione dei piani di gestione dello spazio marittimo, direttiva 2014/89/UE –, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ancora non giungono segnali confortanti riguardo l’adozione del Piano che, come è facile intuire, rappresenta il principale strumento cui dotare il Paese per sviluppare una coerente ed armoniosa politica marittima, nella quale un Paese a chiara vocazione marittima come il nostro potrebbe e dovrebbe trovare molti suggerimenti per il suo sviluppo.
Quindi una domanda da rivolgere al Dicastero competente sorge spontanea: a che punto siamo col Piano? L’anno si affretta a chiudersi e sarebbe assai interessante sapere lo stato dei lavori, a che punto è arrivato e come, eventualmente, noi comuni cittadini possiamo (potremmo) dare una mano.
Inserire nel Piano in parola i molteplici aspetti che riguardano le aree in cui sarà possibile – senza sovrapposizioni – realizzare, ad esempio, i numerosi impianti eolici offshore in programma, evitando interferenze con altri usi pubblici del mare come, ad esempio, la libertà di navigazione, la pesca, lo sfruttamento di risorse minerarie, le attività ludiche marine, etc.
Tutto ciò passa di necessità attraverso l’approvazione del Piano, di cui invece poco si parla, nonostante abbia un grande peso nell’economia del Paese, che mena vanto dei suoi oltre 8.000 km di costa. Dei quali però, in concreto, poco si occupa.