Studenti, lavoratori e sindacati uniti nella lotta per il clima in vista della Cop26
Rafforzare e dare voce alle rivendicazioni per la giustizia climatica e sociale di tutti quelli che credono che la partecipazione democratica sia essenziale, quando si tratta di prendere decisioni che riguardano il futuro di tutti gli abitanti del pianeta
Si è riunita all’Università Statale di Milano l’assemblea plenaria della Climate open platform, la piattaforma lanciata da Fridays for future lo scorso luglio che si è costituita attorno ad un appello per la giustizia climatica a cui hanno aderito tantissime organizzazioni, associazioni e movimenti – fra cui anche la Cgil – che intendono dare voce alla società civile e influenzare i processi istituzionali della Cop giovani e della preCop che si svolgeranno dal 28 settembre al 2 ottobre a Milano.
L’assemblea, partendo dai temi condivisi nell’appello, ha approfondito le valutazioni sullo stato della crisi, sulla necessità di un’azione immediata, dettata dal drammatico monito arrivato dall’ultimo rapporto dell’Ipcc ma anche dalla straordinaria disponibilità di risorse legate ai recovery plan post- pandemia, su cosa intendiamo per giusta transizione e su come intendiamo realizzare una transizione ecologica inclusiva che non sia pagata dai lavoratori e dai soggetti più fragili, a livello globale e anche nel nostro Paese.
L’assemblea ha condiviso la necessità di un radicale cambiamento dell’attuale sistema neoliberista e capitalista per trovare risposte strutturalmente alternative, che trasformino l’intero sistema economico, sociale e produttivo, non lasciando la transizione ecologica nelle mani delle regole di mercato e del profitto ma attraverso un ruolo forte dello stato in economia affiancato da una forte partecipazione democratica, che determini politiche industriali e fiscali, creazione di nuova occupazione sostenibile, redistribuzione delle ricchezze e lotta alle disuguaglianze, sia all’interno dei singoli paesi che a livello globale.
Altri temi approfonditi nei numerosi interventi hanno riguardato la centralità della formazione e dei saperi per la trasformazione, la tutela dei diritti umani, i limiti delle risorse del pianeta e la tutela dei beni comuni, il tema del disarmo, l’abbandono delle fonti fossili e la trasformazione del sistema agroalimentare. Condivisa anche la necessità di superare il ricatto occupazionale sostenuto da imprenditori e politica che contrappongono le esigenze dell’ambiente e del lavoro.
Nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile l’occupazione che sarà creata sarà più di quella legata ai combustibili fossili ed alle produzioni altamente inquinanti, che andrà distrutta. Occorre però pianificare la transizione ecologica, creare nuova occupazione sostenibile e metter in campo da subito ammortizzatori universali e percorsi di riqualificazione professionali che consentano di tutelare il lavoro e la dignità delle persone e il futuro delle comunità.
Le rivendicazioni politiche che la Climate open platform intende consegnare ai leader politici che saranno presenti a Milano, verranno discusse nell’eco social forum che si terrà nei giorni 28, 29 e 30 settembre, suddivisi in piazze tematiche che seguiranno gli argomenti dell’agenda istituzionale ma anche le esigenze e le priorità politiche dei componenti della rete, per poi confluire in una dichiarazione finale sulla transizione ecologica giusta.
Gli altri due appuntamenti delle giornate milanesi organizzati da Fridays for future e dalla Climate open platform saranno due mobilitazioni: il 1 ottobre con lo Students’ strike che partirà alle 9.30 da Largo Cairoli, e il 2 ottobre la marcia per la giustizia climatica, che partirà alle ore 15 sempre da Largo Cairoli, con l’obiettivo di dare voce a tutti attivisti esclusi dai summit ufficiali, sia quelli italiani che del resto del mondo, con particolare attenzione agli attiviste dei cosiddetti Mapa (Most affected people and areas, ovvero le persone e le aree più colpite).
Prima di quelle date ci sono altri due importantissimi appuntamenti: il 22 settembre è stata la giornata globale di azione sindacale per il clima e il lavoro lanciata dalla Ituc, cui hanno aderito Cgil, Cisl e Uil, che ha l’obiettivo di intensificare il confronto fra lavoratori di tutto il mondo e aziende su piani aziendali per la resilienza, riduzione delle emissioni e riconversione ecologica delle produzioni, in un quadro di giusta transizione.
Su questi obiettivi Cgil, Cisl e Uil hanno unitariamente promosso da anni iniziative di contrattazione, anche a livello aziendale, attraverso il documento unitario sullo sviluppo sostenibile del 2019 e la piattaforma unitaria sulla giusta transizione del 2020.
Domani 24 settembre sarà la Giornata globale di azione per il clima che intende unire le energie e la passione in un unico grande momento coordinato in tutto il mondo, prima della Cop26, per la giustizia climatica e intersezionale, che coniughi la lotta per il clima con quelle contro il razzismo, il sessismo e le disparità economiche e sociali a partire da quelle perpetrate dai paesi ricchi occidentali nei confronti dei Mapa, che stanno vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica, avendo le minori responsabilità.
Queste iniziative ed altre che seguiranno dovranno costituire un ponte di collegamento con le lotte dei movimenti e della società civile che si terranno a Glasgow durante le Cop26, in cui la possibilità di partecipare in presenza sarà notevolmente ridimensionata dalle misure di contenimento del Covid-19, per rafforzare e dare voce alle rivendicazioni per la giustizia climatica e sociale di tutti quelli che credono che la partecipazione democratica sia essenziale quando si tratta di prendere decisioni che riguardano il futuro di tutti gli abitanti del pianeta.