Come sviluppare e valorizzare l’agricoltura familiare: il caso dell’Albania
Dopo aver percorso una tortuosa strada sterrata di pietre bianche e rossastre, senza vedere altro che arbusti intorno a noi, la casa di Age ci appare all’improvviso circondata da alti alberi da frutto e da un grande orto ricco di pomodori, cipolle, aglio, cocomeri. Ci sediamo in un piccolo porticato di cemento e il bianco della casa ci acceca sotto il sole di mezzogiorno. Age indossa abiti tradizionali, bianchi anche quelli, un grembiule nero segnato dalla farina e in testa il tipico shami (fazzoletto) albanese. Questa anziana donna, ormai sola, vive parte dell’anno in Grecia con i figli ormai adulti e sposati, ma non rinuncia a tornare a casa all’arrivo della primavera per dedicarsi al suo orto. Da sola ara e semina e quando arriva il momento raccoglie frutta e verdura per sé e per guadagnare qualcosa con la vendita al mercato. In questo Paese sono le donne che con forza ed energia si occupano non solo della casa, ma anche dei campi, degli orti e degli animali.
Age ci racconta delle sue giornate d’estate che seguono il nascere e il calare del sole. Dalla porta arriva un profumo subito riconoscibile; come quasi tutte le donne che abitano i villaggi, anche lei produce pane e byrek (sfoglia ripiena di verdure, carne o formaggio) in casa. Ma non solo. Le viti che si vedono al limitare dell’orto saranno materia prima per la famosa grappa locale: il raki. In Albania è comune trovare nei cortili delle case fornelletti a gas e cisterne di metallo che trasformano uva e alcol in questa bevanda tipica, con l’aggiunta a volte di more o prugne. Anche Age, da sola, ne produce diverse centinaia di litri ogni anno.
Antichi saperi, metodi tradizionali e ottime materie prime sono ancora oggi parte della produzione albanese e ne costituiscono il nocciolo più autentico.
Ne sono un esempio un gruppo di donne che incontriamo in un villaggio a due ore di distanza da casa di Age. Si sono riunite spontaneamente per lavorare con le api e produrre miele in maniera manuale e tradizionale. Ognuna di loro si occupa da sola della crescita e del nutrimento dei propri sciami e insieme confezionano e vendono i prodotti nei mercati cittadini. Ci accolgono in una veranda ombreggiata da foglie di vite e ci offrono, secondo l’ospitalità tipica albanese, acqua di fonte, marmellata e frutta sciroppata. Come Age, anche queste donne hanno trovato un modo per sostenere la proprio famiglia e hanno trasformato le risorse che il loro territorio offriva in una ricchezza.
Abbandoniamo la casa di Age e ci rimettiamo sulla strada principale: nelle narici il profumo del pane, negli occhi il verde del suo orto, nelle orecchie il suono della sua voce allegra e nelle mani una busta piena di peperoni, cetrioli e pere.
Cospe Onlus sostiene queste donne con il progetto “Agro Family – Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel Nord dell’Albania” – finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e realizzata con laong RTM, con il sostegno della Provincia di Bolzano e dell’associazione A.Ve.Pro.Bi, l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici – che promuove uno sviluppo socio-economico sostenibile in comunità rurali svantaggiate attraverso lo sviluppo dell’agricoltura familiare che valorizzi le produzioni tipiche locali.
di Patrizia Agosti, Cospe onlus