Torna a Bologna Terra di Tutti Art Festival, rassegna di cinema sociale e arti performative

Terra, arte e società, ma anche tanto ambiente. Questi gli ingredienti del Terra di Tutti Art Festival (a Bologna dal 7 all’11 ottobre 2015), rassegna di cinema sociale e arti performative dal sud del mondo, nata nel 2007 e fondata dalle ong COSPE e GVC,che nella sua 9a edizione celebra l’Anno Europeo dello Sviluppo#EYD2015 trasformandosi, per questa occasione, in festival multidisciplinare.

Come ogni anno il Festival dedica infatti una cospicua sezione all’ambiente. Quest’anno in particolare con due giornate: la prima il 29 settembre (ore 21.30) con un un evento speciale alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna  in collaborazione con Kilowatt summer  e trasformandosi per l’occasione il “Serra di Tutti Film Festival” la seconda il 10 ottobre con una lunga carrellata di film che parlano di acqua, cibo, sovranità alimentre, land  e water grabbing. Il 29 si apre con la proiezione del film” Terra persa, storie di land grabbing in Sardegna”, un documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi sull’aggressione al suolo della isola. Per ricordarci che il cosidetto land grabbing non è qualcosa di lontano da noi, non è confinato in Africa o in America Latina, che pure sono le terre più depredate, ma è un fenomeno diffuso e in espansione, anche sotto i nostri occhi. Il documentario, realizzato all’interno del progetto “Apriti Sesamo” finanziato dalla Cooperazione italiana allo sviluppo – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, è andato ad indagare i problemi legati all’abuso speculativo del suolo proprio in Italia, dove questa nefasta pratica sta acquistando un peso rilevante.  A seguire il corto : “ Foresta in movimento” dei francesi  Emmanuel Coquelou e Yanette Shalter. Alla serata saranno presenti i registi.

I due reportage saranno proiettati di nuovo sabato 10 ottobre, in concorso, nell’ambito del “Terra di Tutti Arte Festival” al cinema Lumiere.  Oltre a queste due proiezioni in programma a partire dal tardo pomeriggio il corto peruviano “Pastores andinos” e il documentario paraguayano “Comer del monte, vivere della foresta del chaco” per poi  passare ad “Unearthed”, film della sudafricana  Jolynn Minnaar sul tema del fracking, la dannosa tecnica di estrazione del gas, e infine: “Waiting for the(t)rain” di Simon Panay e  “Something in the water (How the water flows in Bosnia Erzegovina) del bosniaco Sandro Mehic. Chiude la selezione, fuori concorso,  il documentario “The fisherman’s son” di Chris Malloy prodotto da Patagonia sulla storia  di uno dei più famosi surfisti del mondo, Ramòn Navarro,  che ha dedicato la propria vita a difendere le coste cilene dallo sfruttamento e dalla devastazione portata da costruzioni e gasdotti. Progetti che hanno come conseguenza la distruzione della biodiversità e della sussitenza  delle comunità locali.