Trattamento dei RAEE domestici, ecco come funziona il sistema di qualificazione impianti
Nell’Accordo in vigore sono previste dieci differenti certificazioni, una per ciascuna delle tipologie di RAEE presenti nei cinque raggruppamenti in cui è organizzata la raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuti
Dal Rapporto gestione RAEE, che riassume i risultati delle dichiarazioni annuali fatte dagli impianti di trattamento iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di coordinamento RAEE, emerge che il 99% dei volumi di rifiuti tecnologici domestici sono trattati dai sistemi collettivi aderenti al Centro di coordinamento.
La consapevolezza dell’importanza di questa percentuale, che da molti anni ormai si attesta su valori analoghi, ha contribuito alla creazione, già dal 2008, di un meccanismo per garantire la qualità nella gestione e nel trattamento di questi RAEE, attraverso un processo di certificazione degli impianti a cui i sistemi collettivi consorziati al Centro di coordinamento possono conferire i rifiuti.
Nel 2014, con la pubblicazione del decreto legislativo n.49, il legislatore italiano ha ulteriormente rafforzato questo meccanismo,introducendo una specifica previsione normativa a carico del Centro di coordinamento RAEE, in collaborazione conle associazioni di categoria degli impianti di trattamento. In particolare, il Centro di coordinamento ha il compito distipulare specifici accordi con le associazioni di categoria dei soggetti recuperatori al fine di assicurare adeguati e omogenei livelli di trattamento, e qualificazione delle aziende di settore.
Da questa obbligazione, in continuità con il sistema volontario precedentemente adottato, è scaturito l’attuale Accordo di programma sul trattamento che è stato sottoscritto a maggio 2021 dal Centro di coordinamento RAEE e dalle tre associazioni maggiormente rappresentative delle imprese di settore (Assoraee, Assorecuperi e Assofermet), pienamente operativo dallo scorso novembre.
I principi su cui si basa l’Accordo sono quelli previsti dalla normativa, ovvero di assicurare un trattamento adeguato e omogeneo da parte di tutti gli operatori, andando a qualificare quelle aziende del settore che, intraprendendo un percorso di miglioramento continuo, offrano valide garanzie sulle performance di trattamento dei RAEE.
L’Accordo ha avuto indubbiamente un duplice impatto sulle aziende del settore, da un lato imponendo loro uno sforzo e un impegno continuo e laborioso per garantire gli standard richiesti, dall’altro contribuendo a un miglioramento complessivo della qualità del trattamento e a un’evoluzione delle aziende stesse che sono diventate nel tempo realtà industriali sempre meglio organizzate, innovative e pronte a rispondere alle nuove sfide che l’attuale momento storico comporta.
Operativamente, l’Accordo specifica quali siano i requisiti per il corretto trattamento delle diverse tipologie di RAEE, indicando sia i parametri che devono essere rispettati sia le modalità di verifica e di auto controllo che devono essere implementati, oltre alle dotazioni tecnologiche minime necessarie.
Nell’Accordo in vigore sono previste dieci differenti certificazioni, una per ciascuna delle tipologie di RAEE (chiamate sub-categorie) presenti nei cinque raggruppamenti in cui è organizzata la raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuti.
Queste sono le sub-categorie attuali: frigoriferi (VFC e VHC), condizionatori, frigoriferi ad ammoniaca, caloriferi ad olio, apparecchi di grandi dimensioni, schermi CRT, schermi piatti, pannelli fotovoltaici, elettronica di consumo, sorgenti luminose.
Nell’Accordo è già previsto che possano essere introdotte altre sub categorie per le quali dovesse essere necessario o opportuno definire requisiti di trattamento particolari.
Ogni impianto può ottenere una certificazione specifica per una sub categoria superando una verifica ad opera di un auditor formato dal Centro di coordinamento RAEE, dimostrando così di essere in grado di raggiungere i parametri previsti e obbligandosi a rendicontare periodicamente al Centro di coordinamento RAEE le informazioni che attestano il rispetto continuativo dei parametri.
Le certificazioni di trattamento hanno una durata di due anni, prevedono una verifica intermedia di mantenimento e richiedono – come già indicato – un dialogo continuo con il Centro di coordinamento RAEE che, nei mesi che intercorrono tra due audit sul campo, riceve e analizza i dati di monitoraggio che sono stati identificati al fine di verificare il rispetto dei parametri indicativi.
L’indubbio punto di forza dell’Accordo e della sua filosofia di base di essere sempre aderente alla realtà operativa è lacapacità di evolvere parallelamente all’evoluzione tecnologica del trattamento, figlia a sua volta dell’evoluzione tecnologica delle apparecchiature, restando quindi sempre attuale.
Il Centro di Coordinamento RAEE ha assunto su di sé un compito specifico nella formazione e nella verifica dei comportamenti sul campo degli auditor a cui si aggiunge la possibilità di svolgere direttamente audit presso le imprese nel caso in cui si riscontrino delle anomalie che indichino disallineamenti rispetto ai parametri indicativi.
Questo Accordo, visto dalle imprese del trattamento dei RAEE come una reale opportunità di poter disporre di un ambiente competitivo omogeneo e dai sistemi collettivi dei produttori di AEE come una garanzia di qualità del trattamento, si configura come un sistema aperto dove tutti gli operatori del settore possono accedere con regole conosciute e sempre adeguate alle esigenze.