Unire l’accademia e i policy maker: l’impegno dell’Università di Ferrara alla Cop28
Aree urbane, mari, montagne: l’accordo raggiunto promette di influenzare le agende di ricerca per i prossimi due anni per l'adattamento e la resilienza
La Cop28 si è conclusa il 13 dicembre a Dubai con un giorno di ritardo, in un’atmosfera di cauto ottimismo nonostante le iniziali critiche rivolte al presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber, per i suoi legami con l’industria petrolifera.
L’accordo raggiunto promette di influenzare le agende di ricerca universitarie a livello mondiale per i prossimi due anni, focalizzandosi su soluzioni innovative per l’adattamento e la resilienza. Durante questo importante evento l’Università di Ferrara ha avuto modo di inviare quattro delegati dall’Ateneo per presenziare: i docenti Francesco Nicolli, Carmela Vaccaro, Paolo Ciavola e la dottoranda Asia Guerreschi, rappresentando quattro dipartimenti.
Tra i risultati principali vi è l’impegno verso il Fondo per le perdite e i danni, con l’Italia che contribuisce con 100 milioni di euro a sostegno delle aree colpite.
La Rete Santiago, istituita alla COP25 e resa operativa alla COP28, mira a gestire le perdite economiche e i danni ambientali. L’Italia, con la sua esperienza nella protezione civile e nella ricerca, inclusi gli apporti dell’Università di Ferrara, è destinata a svolgere un ruolo significativo in questa iniziativa.
Un momento toccante è stato la presentazione di un documentario sull’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna dal 2 al 17 maggio 2023. La Conferenza ha anche dato impulso al bilancio globale o alla “transizione” dai combustibili fossili, sottolineando la necessità di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare il tasso annuo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030.
L’Italia si è distinta per il suo contributo al Fondo di adattamento, normalizzando il proprio impegno economico in base alla popolazione. I delegati italiani hanno dato priorità ai temi della “transizione giusta”, come dimostrato dalle conferenze tenute presso il padiglione italiano, incentrate sull’investimento nelle giovani generazioni e sull’economia rigenerativa, trattando la sicurezza alimentare, la gestione delle acque e la salute globale.
Gli sforzi di mitigazione sono stati evidenziati dal ministro Gilberto Pichetto Fratin al padiglione, dove ha discusso del bilancio energetico di Assisi e sottolineato l’importanza di una gestione competente dei progetti. È stato anche notato il deficit di piani d’azione climatica tra le imprese italiane, nonostante l’Italia vanti la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo.
Parlando dell’impegno dell’accademia, si è visto all’evento organizzato dalla Rete universitaria per lo sviluppo sostenibile l’8 dicembre, dove la professoressa Carmela Vaccaro ha presentato gli sforzi dell’Università di Ferrara per supportare le aree urbane nel ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030. La conferenza ha messo in luce i contributi di Unife al progetto Pnrr Ecosister e al laboratorio Cercis per l’economia circolare, che raccoglie quattro dipartimenti dell’Ateneo.
Inoltre, i delegati italiani hanno partecipato all’evento “Accelerating marine nature–based solutions through sustainable ocean plans”, distribuendo materiali sui progetti costieri dell’Università di Ferrara. L’Università ha inoltre evidenziato, in occasione dell’International mountain day, la ricerca sull’impatto dell’innalzamento dello zero termico sulle risorse idriche e sul turismo.
Complessivamente, la Cop28 si configura come un momento cruciale, incoraggiando nazioni e istituzioni accademiche ad intensificare i loro sforzi nella lotta ai cambiamenti climatici e nel promuovere un futuro sostenibile.
Quest’articolo è stato realizzato da Asia Guerreschi in collaborazione con Carmela Vaccaro, docente presso l’Università di Ferrara – Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della prevenzione.