Verdura: la start up ecologica nata in Tunisia grazie a Clima
Un’ingegnera agricola ha avviato un’attività per produrre erba medica e fiori utilizzando le acque reflue di un impianto lattiero-caseario
Unire foraggio e fiori con acqua di risulta di un’azienda che produce latte, la Vitalait di Mahdia. Un’idea geniale che mette insieme innovazione ed ecologia. Si chiama Verdura ed è la start up di Soumaya Alaya, ingegnera agricola, avviata nel 2021 grazie al sostegno del progetto Clima.
«Il mio progetto – racconta Soumaya – consiste nel produrre e vendere erba medica ad agricoltori e allevatori, e nel produrre e vendere fiori. L’idea mi è venuta dopo l’installazione di un perimetro irriguo nella regione di Dkhila dove i miei genitori hanno dei terreni agricoli. Grazie poi al progetto Clima l’ho potuta mettere in pratica. Ho così iniziato il mio progetto insieme a mio marito nel 2021 e se necessario assumiamo un lavoratore stagionale».
Mahdia è un bacino lattiero-caseario molto importante grazie ai piccoli allevatori; negli ultimi anni l’allevamento di piccole dimensioni ha iniziato ad avere seri problemi a causa della siccità e dell’aumento del prezzo dei mangimi.
«In questo contesto ho pensato che l’erba medica – aggiunge Soumaya – potesse essere una buona soluzione dato il suo valore nutrizionale. Avendo la possibilità di coltivarla con le acque reflue, ho pensato di produrla e venderla agli allevatori. A nostro favore c’è il fatto che la quantità di acque reflue generate dall’impianto lattiero-caseario è notevole. Accanto all’erba medica ho pensato anche ai fiori, perché sono la mia passione: avevo già lavorato in un vivaio di produzione e nella vendita di piante ornamentali e allora ho pensato di continuare a lavorare nella floricoltura e nel mondo dell’ornamento».
Verdura è un esempio virtuoso di riutilizzo e valorizzazione di una risorsa preziosa e sempre più scarsa come l’acqua. In un contesto come quello di Mahdia potrebbe essere una soluzione replicabile per affrontare i problemi legati alla carenza idrica. Intanto però Soumaya e suo marito devono affrontare problemi di altro genere: «I problemi per noi sono principalmente di natura finanziaria e legati alla distribuzione limitata dei nostri prodotti, poiché non disponiamo di un veicolo; inoltre la superficie agricola utilizzata è ancora troppo piccola per avere un fatturato considerevole».
Alcuni passi avanti però sono stati fatti proprio grazie al progetto Clima: «Grazie al progetto la mia startup è diventata un soggetto giuridico e inoltre il programma ci ha permesso anche di avere un supporto tecnico in campo imprenditoriale ed ecologico, oltre a un sostegno finanziario attraverso una prima sovvenzione di 12.321 dinari per l’acquisto dei materiali necessari all’avvio della coltivazione dei fiori e al mantenimento dell’attività foraggera».
E adesso quali sono le speranze e le prospettive? «Speriamo di sviluppare ulteriormente le nostre attività e di diversificare i nostri prodotti. Allo stesso tempo – conclude Soumaya – sogniamo di vedere un maggiore impegno da parte delle industrie che inquinano o utilizzano risorse naturali come l’acqua, per coinvolgerle in un approccio integrato e riparatore, aiutando gli imprenditori a creare attività che rispettino l’ambiente e aiutino a far fronte alle sfide locali».