Vigni (Sienambiente): «Siamo ad un passaggio cruciale della nostra storia»
Sienambiente gestisce il ciclo integrato dei rifiuti in tutti i 36 comuni della provincia di Siena e in 4 comuni di altre province. Con il presidente Fabrizio Vigni raccontiamo la storia di questa realtà e le numerose sfide che la attendono in un’ottica di green economy, la sfida nella sfida ai tempi della crisi.
«Sienambiente – comincia Vigni – è nata alla fine degli anni ’80 con l’obiettivo di costruire un sistema di gestione dei rifiuti efficiente e sostenibile. In questi 20 anni sono stati raggiunti risultati che pongono il territorio senese tra le situazioni migliori sul piano regionale e nazionale. La provincia di Siena è oggi dotata di tutti gli impianti necessari per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, con una raccolta differenziata che raggiunge quasi il 50%. Riusciamo a garantire elevati standard ambientali con tariffe più basse della media nazionale, e tra le più basse sul piano regionale. L’autosufficienza impiantistica è garantita dagli impianti dislocati sul territorio: il polo delle Cortine, nel comune di Asciano, è dedicato al compostaggio dei rifiuti organici, alla valorizzazione delle raccolte differenziate e alla selezione dei rifiuti indifferenziati; le frazioni secche vengono avviate a termovalorizzazione presso l’impianto di Poggibonsi, che produce una quantità di energia elettrica equivalente al consumo domestico di 43mila persone. Abbiamo anche un altro impianto di compostaggio ad Abbadia San Salvatore e due discariche per lo smaltimento dei rifiuti non recuperabili, con 3 impianti di biogas nelle discariche.
Oggi siamo però ad un passaggio cruciale della storia di Sienambiente. Siamo infatti impegnati nella gara per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani nella Toscana del Sud, che riguarderà quasi un milione di abitanti delle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Sienambiente è la mandataria del raggruppamento di imprese “Progetto6”, che in caso di aggiudicazione darà vita ad una nuova e più grande azienda che avrà il compito di gestire i servizi di raccolta e realizzare i nuovi impianti nei 103 Comuni dell’Ato Toscana Sud. E’ un territorio che per estensione è circa la metà dell’intera Toscana, con situazioni diversificate al suo interno: la sfida è quella di compiere un salto di qualità con una evoluzione del sistema di gestione del ciclo dei rifiuti che ci consenta di arrivare all’altezza dei migliori standard europei. Si dovrà puntare, in particolare, a far crescere ancora di più il riciclo, con la convinzione che il recupero di materia dai rifiuti sarà sempre più un settore strategico dal punto di vista industriale e dello sviluppo della green economy».
Quali sono le difficoltà incontrate in questa difficile congiuntura economica?
«Gli effetti della crisi si sentono. Potrei fare molti esempi. Dopo una lunga e ininterrotta crescita della produzione di rifiuti ora la tendenza si è invertita e c’è una riduzione: sarà anche l’effetto di alcune prime buone pratiche di prevenzione, ma segnala sopratutto un forte calo dei consumi delle famiglie e delle attività delle imprese, insieme al diffondersi di comportamenti più attenti alla riduzione degli sprechi. O per fare solo un altro esempio, la crisi ha indotto molte amministrazioni comunali a rinviare a tempi migliori l’avvio di nuovi servizi, per non avere aggravi tariffari. Anche in questo contesto di crisi economica, però, Sienambiente è riuscita a confermarsi come una azienda sana, solida, efficiente, che vuole scommettere sul futuro. Uso non a caso queste parole: scommettere sul futuro. Quella che stiamo vivendo non è una crisi congiunturale, destinata a lasciare le cose come prima. E’ la più grave crisi degli ultimi 80 anni, e se ne esce solo cambiando radicalmente rotta. Le conseguenze della crisi sono drammatiche, eppure possiamo uscirne, se sapremo comprendere che è anche una opportunità di cambiamento. La rotta giusta? E’ quella che va verso una modernizzazione ecologica dell’economia. Un green new deal capace di orientare l’economia e la società verso uno sviluppo ecologicamente sostenibile e socialmente equo. E un’azienda come la nostra ha molte cose da dire e da fare in questa prospettiva».
Cosa richiedete alla politica sia sul piano normativo, nazionale e regionale, sia su quello della pianificazione?
«La sfida più grande per la politica è rigenerarsi. Ritrovare capacità di governo dell’economia e della società, con una visione del futuro lungimirante e innovativa. Regolare la finanza, contrastandone lo strapotere e riportandola al servizio dell’economia reale. Orientare l’economia verso la sostenibilità con politiche industriali e fiscali che promuovano l’innovazione ecologica in ogni settore produttivo. Per quanto riguarda le politiche per i rifiuti, l’Italia ha bisogno di portarsi sui migliori standard europei nel recupero di materia e di energia, uscendo da discussioni spesso ideologiche e inconcludenti. Sul piano normativo, sia in materia di servizi pubblici locali che in materia di gestione dei rifiuti, è presto detto: avremmo un immenso bisogno di regole certe e chiare. Il contrario di quanto invece, ahimè, troppo spesso avviene».
Al di là delle attività tradizionali che l’azienda svolge, sono in cantiere iniziative nuove nella direzione della sostenibilità che possono offrire opportunità per allargare il business ?
«Sienambiente da tempo ha intrapreso anche altre attività, attraverso società partecipate, in diversi ambiti connessi all’ambiente ed alla green economy. Tra queste ci sono aziende che operano nella filiera industriale del riciclo dei rifiuti, a cominciare da Revet che costituisce un punto di eccellenza nel panorama toscano, e per il recupero di energia come nel caso di Scarlino Energia. Con Bioecologia operiamo nel trattamento dei rifiuti liquidi e dei fanghi di depurazione. Vorremmo sempre più divenire un punto di riferimento anche nella gestione dei rifiuti speciali che, non scordiamocelo, rappresentano la fetta più grande, seppur spesso ignorata, del mondo dei rifiuti».
Come stanno andando le vostre partnership e l’operato gestionale nella produzione energetica da fonti rinnovabili?
«Oltre alla produzione di biogas nelle discariche ed al recupero energetico con il termovalorizzatore di Poggibonsi, negli ultimi anni abbiamo puntato anche sullo sviluppo di altre attività connesse all’efficienza energetica ed alle rinnovabili. Tra le società partecipate da Sienambiente c’è Nova E, nata dall’iniziativa di Sienambiente e Estra, che ha dato vita a collaborazioni con operatori del settore come Moncada Energy Group, in particolare per quanto riguarda il fotovoltaico. Proprio in questi giorni si sono avviati i lavori per la realizzazione di 4 impianti fotovoltaici in aree di discariche chiuse, complessivamente circa 1 MW. L’ultima società nata è Semia Green, che persegue l’obiettivo della produzione di energia sfruttando il biogas prodotto dai rifiuti in discarica, in partnership con Marcopolo Engineering. Attraverso queste attività vogliamo anche contribuire al raggiungimento dell’obiettivo “Siena Carbon Free”, il progetto promosso dalla Provincia di Siena per arrivare ad un bilancio zero nelle emissioni di CO2 entro il 2015».
Nella Vostra composizione societaria il 14% è rappresentato dal Monte dei Paschi. Le complicate vicende che stanno attraversando il grande gruppo bancario hanno qualche “eco” su Sienambiente ?
«No, le vicende della banca non hanno prodotto ripercussioni sugli assetti e sulle strategie di Sienambiente. Altra cosa, ovviamente, è il contesto più generale di difficoltà che in questo momento Siena sta vivendo dal punto di vista economico, finanziario, politico. Anche per Siena è finita un’epoca. Di questo è bene avere consapevolezza. Il compito di un’azienda come Sienambiente, che rappresenta una delle più significative realtà occupazionali della provincia di Siena e che soprattutto può dare un forte impulso allo sviluppo dell’economia verde, cioè all’economia del futuro, è di contribuire ad aprire una pagina nuova».