Crisi energetica: riformare i trasporti per risparmiare soldi, petrolio ed emissioni di gas serra

La nuova analisi di Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE). Italia in retroguardia

[28 Settembre 2022]

Secondo la nuova analisi “Transport Sector Solutions” di nuova analisi di Greenpeace Central and Eastern Europe, «Riformare il settore dei trasporti in Europa con una serie di misure realizzabili in breve tempo porterebbe a una riduzione del consumo di petrolio del 13% e a un risparmio per le economie dei Paesi europei di 36 miliardi di euro all’anno».

L’analisi di Greenpeace prende in considerazione diverse misure: la promozione di un “biglietto climatico” più economico per treni e trasporto pubblico (ispirato al successo del biglietto a 9 euro introdotto quest’estate in Germania), il divieto dei voli a corto raggio, politiche per lo smart working, limiti di velocità più bassi, investimenti nella mobilità condivisa, ciclistica e pedonale e la conversione del trasporto merci da strada a ferrovia. Gli ambientalisti dicono che «Nel complesso, queste misure farebbero inoltre risparmiare all’Unione europea tante emissioni di gas serra quante quelle prodotte da 120 milioni di auto con motore a scoppio, e farebbero risparmiare ai consumatori europei fino a 63 miliardi di euro all’anno sul carburante».

Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia, evidenzia che «Il nostro sistema dei trasporti così dipendente dal petrolio grava sui bilanci di molte famiglie, alimentando al contempo la crisi energetica, l’emergenza climatica e guerre come quella in Ucraina. Per proteggere le persone e il clima, dobbiamo iniziare da subito a risparmiare energia, a partire dal settore dei trasporti. I governi europei devono investire su un sistema di mobilità equo ed efficiente che non dipenda più dai combustibili fossili, potenziando il trasporto pubblico e garantendo prezzi accessibili».

Le iniziative in Germania e in altri Paesi dell’UE per rendere il trasporto pubblico gratuito o più economico hanno dimostrato di poter alleggerire i costi a carico delle persone, ridurre l’uso dell’auto e gli ingorghi nelle città, e consentire alle famiglie con reddito più basso di accedere ai servizi di mobilità. I trasporti consumano quasi il 70% del petrolio utilizzato in Europa, causano circa il 30% delle emissioni di gas serra e rappresentano la seconda spesa per le famiglie dopo la casa.

Spadini. conclude: «Per evitare che l’Italia rimanga intrappolata in un sistema di mobilità dipendente dal petrolio, Greenpeace Italia ha di recente fatto ricorso al TAR contro gli incentivi del governo italiano per l’acquisto di auto alimentate a diesel o benzina, chiedendo invece che le risorse pubbliche siano spese per promuovere la mobilità sostenibile a zero emissioni e per riconvertire il comparto industriale del settore automotive. Al prossimo governo in carica chiediamo di imboccare da subito la giusta strada, attuando interventi per il risparmio energetico che non ricadano sulle spalle delle persone e che ci liberino dalla dipendenza dal petrolio e dal gas, responsabile della crisi energetica e climatica che stiamo vivendo»,