I troppi voli in jet privato di Charles Michel
Il presidente del Consiglio europeo è andato in jet in 72 dei suoi 112 viaggi ufficiali e persino alla Cop Unfccc in Egitto
[31 Marzo 2023]
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel non è nuovo a cattive figure ma quel che denuncia un’inchiesta pubblicata da Politico è qualcosa che mostra in tutta la sua differenza tra il dire climatico e il fare il contrario di Michel: nel 2022 è volato con un jet privato persino alla COP27 Unfccc in Egitto e «I dati di volo, ricevuti attraverso una richiesta di libertà di informazione, mostrano che, tra l’inizio del suo mandato nel 2019 e il dicembre 2022, Michel ha viaggiato su aerei commerciali solo in 18 delle 112 missioni intraprese. Ha utilizzato taxi aerei noleggiati per circa 72 viaggi, circa il 64% del totale, compresi i colloqui della COP27 in Egitto lo scorso novembre e il vertice della COP26 a Glasgow nel 2021». E, come se non bastasse, sul volo in jet di Michel per la Conferenza climatica Onu in Egitto c’era anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Politico fa notare che «La scelta del mezzo di trasporto dei presidenti dell’Ue per i colloqui climatici evidenzia un dilemma di lunga data per i leader globali: come mettere in pratica ciò che predicano sulle emissioni di gas serra affrontando anche un programma di viaggio impegnativo che rende l’aviazione privata un’opzione allettante, persino un male necessario».
Eppure, quando Michel, un ex primo ministro di centro-destra del Belgio, atterrò a Sharm El-Sheikh, era portatore di un messaggio sobrio dell’Ue per i leader mondiali riuniti alla COP27: «Abbiamo una pistola climatica puntata alla testa. Viviamo in un tempo preso in prestito». Poi aveva assicurato che l’Unione europea E’ e rimarrà campione dell’azione climatica». Peccato che uno dei proiettili della pistola climatica sia proprio l’aviazione e che Michel la avesse ancora fumante in mano.
Secondo Transport & Environment, un jet privato può emettere 2 tonnellate di CO2 all’ora e che questo significa che durante il volo di 5 ore per Sharm El-Sheikh, il jet di Michel e von der Leyen potrebbe aver emesso circa 20 tonnellate di CO2. Un cittadino medio dell’Ue in un anno emette circa 7 tonnellate di CO2. La maggior parte dei delegati della COP27 – compreso il capo dell’European Green Deal Frans Timmermans, hanno preso normali voli di linea pieni di turisti che andavano a Sharm El-Sheikh.
Il portavoce di Michel, Barend Leyts, ha detto a Politico che «La decisione di recarsi in Egitto con un jet privato è stata presa dopo che non erano disponibili voli commerciali per riportare Michel a Bruxelles in tempo per adempiere i suoi doveri al Parlamento europeo. Lo staff ha anche esplorato la possibilità di volare a bordo dell’aereo del primo ministro belga Alexander De Croo, ma era previsto il suo ritorno prima che il lavoro di Michel alla COP27 fosse completato».
Dato che a differenza di molti governi nazionali, l’Ue non possiede aerei per trasportare i suoi leader, per Leyts «Noleggiare un jet privato era l’unica opzione adatta date le circostanze.Visto che alla COP27 era stata invitata anche la presidente della Commissione, abbiamo proposto di condividere un volo. Il volo è conforme alle regole interne del Consiglio, che impongono ai funzionari di volare su aerei di linea quando possibile».
Il portavoce Leyts ha anche nesso le mani avanti su un’altra possibile critica rivelando che lo staff di Michel avrebbe chiesto informazioni sulla possibilità di utilizzare carburante sostenibile per l’aviazione, «Ma è stato purtroppo informato che né gli aeroporti di Bruxelles né quelli di Sharm El-Sheikh ne disponevano. Dal 2021, Michel ha compensato le emissioni dei suoi voli attraverso un programma che finanzia una fabbrica di ceramica brasiliana per convertire il suo carburante che era prodotto con legname illegale ai prodotti di scarto agricoli e industriali e secondo Leyts «Dal 2022, questo vale per tutti i suoi voli».
La von der Leyen e Michel – pur appartenendo allo stesso schieramento politico – sono notoriamente in cattivi rapporti almeno dall’aprile 2021, dopo che i due leader europei andarono in Turchia per incontrare il presidente islamista Recep Tayyip Erdoğan e Michel si mise a sedere sull’unica poltrona preparata accanto al presidente turco, lasciando la lasciando la von der Leyen seduta in disparte su un divano di fronte al ministro degli esteri turco. Di fronte allo sgarbo istituzionale e misogino di Erdogan accettato da Michel la Presidente disse al Parlamento europeo di essere stata «Ferita» e parlò di «Sessismo» che videntemente non imputava solo a Erdogan. Eppure, come ha confermato un portavoce della Commissione europea dopo le rivelazioni di Politico, questa coppia di separati in casa ha condiviso il jet privato per Sharm El-Sheikh andata e ritorno perché «Raggiungere la destinazione con un volo di linea era difficile a causa dell’elevato volume di traffico e del fitto programma di von der Leyen. Il fatto che entrambi i presidenti abbiano viaggiato insieme, con i loro team, dimostra che hanno fatto il possibile per ottimizzare l’organizzazione del viaggio e ridurre l’impronta di carbonio associata».
In una nota precedente, la Commissione Ue aveva cercato di smarcarsi da Michel facendo notare a Politico che «L’utilizzo di viaggi charter da parte di von der Leyen è limitato a circostanze eccezionali, ad esempio per motivi di sicurezza o se un volo commerciale non è disponibile o non si adatta agli impegni dell’agenda», ma la stessa Commissione Ue ha respinto una precedente richiesta di Politico di avere informazioni dettagliate sulle modalità di trasporto utilizzate dalla von der Leyen per i suoi viaggi all’estero.
Eppure, nell’ambito degli obiettivi climatici dell’Ue, le istituzioni europee stanno cercando di inasprire le regole sui viaggi del personale per incoraggiare modalità di trasporto più ecologiche e ridurre le emissioni. La Commissione Ue punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 e in questo ambito parla espressamente di passare a «Sustainable business travel, favorendo opzioni di viaggio più ecologiche e incoraggiando i dipendenti a andare in bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici per andare al lavoro».
L’utilizzo di Jet privati da parte di super-ricchi e di politici è stato nuovamente fustigato ieri dallo studio “CO2 emissions of private aviation in Europe” ma già nell’aprile 2021 lo studio “Private jets: can the super rich supercharge zero-emission aviation? For more information, contact” pubblicato da Transport & Environment (T&E) evidenziava che «L’impatto del trasporto aereo sul clima è sproporzionato e in rapida crescita. Ma è causato da un gruppo molto piccolo di persone. Solo l’1% delle persone è responsabile del 50% delle emissioni globali del trasporto aereo».
Per T&E, tra il 2005 e il 2019, le emissioni di CO2 dei jet privati europei sono aumentate vertiginosamente, con un aumento del 31%, più veloce delle emissioni dell’aviazione commerciale. E il nuovo rapporto di Greenpeace conferma un nuovo aumentro e che nel post-Covid-19 i voli dei jet privati sono aumengtati più rapidamente di quelli di linea. T&E fa notare che «I jet privati hanno un impatto sproporzionato sull’ambiente. In una sola ora, un singolo jet privato può emettere 2 tonnellate di CO2. Una persona media nell’Ue emette 8,2 tCO2eq nel corso di un anno intero».
Il rapporto T&E rileva che «I jet privati sono da 5 a 14 volte più inquinanti per passeggero degli aerei commerciali e 50 volte più inquinanti dei treni, un divario che aumenterà man mano che gli utenti di jet privati si sposteranno verso aerei più grandi e più inquinanti dei loro voli commerciali alternativi».
Due anni fa, e prima della COP27 Unfccc, T&E aveva presentato alcune raccomandazioni: 1) Entro il 2030, le autorità di regolamentazione dovrebbero consentire solo l’uso di aeromobili a idrogeno o elettrici alimentati con idrogeno verde ed elettricità per voli di jet privati inferiori a 1.000 km all’interno dell’Europa. Le grandi compagnie di jet privati dovrebbero essere obbligate a stipulare accordi PPA con i fornitori di e-kerosene per tutti i voli. 2) Fino a quando non sarà in vigore un divieto nel 2030, sui jet privati a combustibili fossili dovrebbero essere imposte una tassa sul biglietto e sul carburante, in base alla distanza di volo e al peso dell’aeromobile, per tenere conto del loro impatto climatico sproporzionato. Suggeriamo di imporre una tassa sui biglietti su tutti i voli privati in partenza dall’Europa, a tariffe simili a quelle applicate dalla Svizzera, cioè almeno 3000 euro. Questo consentirebbe di raccogliere diverse centinaia di milioni di euro, che dovrebbero essere stanziati per aiutare a finanziare lo sviluppo delle nuove tecnologie aeronautiche. 3) In attesa dello sviluppo di queste nuove tecnologie, le imprese e gli individui dovrebbero impegnarsi per una sostanziale riduzione dell’uso dei jet privati.