Riciclare gli imballaggi conviene, anche al portafogli: benefici da 1,274 mld di euro l’anno

Ruini (Conai): «Nei prossimi anni gli obiettivi comunitari diventeranno ancora più sfidanti, è importante incentivare l’eco-design e impegnarci per colmare il deficit impiantistico»

[27 Ottobre 2021]

In un mercato globale a corto di materie prime come di energia è più facile apprezzare i benefici che le nostre miniere urbane – i rifiuti – sono in grado di portare, all’ambiente come al portafogli. Benefici non scontati e che dunque è necessario sottolineare, magari mentre pensiamo se davvero vale la pena fare la raccolta differenziata: la risposta è senza dubbio sì, quando a valle c’è una dotazione impiantistica adeguata a valorizzare i rifiuti diligentemente raccolti.

In Italia si stima infatti che i maggiori oneri economici legati alla raccolta differenziata degli imballaggi – ovvero il 28% dei rifiuti urbani e il 7% del totale, speciali compresi – ammontino a circa 1 miliardo di euro l’anno (coperti per 658 mln di euro, nel corso del 2020, da trasferimenti Conai ai Comuni), mentre i benefici economici legati alla gestione di questi stessi rifiuti di imballaggio da parte di Conai sono arrivati nel 2020 a 1,274 miliardi di euro, con un vantaggio dunque di circa 280 mln di euro l’anno.

Come documenta il Rapporto di sostenibilità presentato oggi a Ecomondo dal Conai, il tasso di riciclo degli imballaggi nel 2020 italiano è pari al 73%, superando il target europeo del 65% fissato per il 2025. «Il nostro Paese – commenta il presidente Conai, Luca Ruini – è secondo solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio, ma nei prossimi anni gli obiettivi comunitari diventeranno ancora più sfidanti: anche per questo i risultati del report Conai devono essere stimolo a fare sempre meglio. È importante continuare a incentivare l’eco-design degli imballaggi e a impegnarci per colmare il deficit impiantistico del Mezzogiorno, ma anche investire sulle tecnologie per il riciclo».

Più nel dettaglio, la materia recuperata nel 2020 grazie al riciclo degli imballaggi vale 381 milioni di euro; l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 616 milioni; il valore dell’energia prodotta grazie al recupero energetico 22 milioni; il beneficio indiretto rappresentato dal valore economico della CO2 evitata grazie al sistema Conai (pari a 4,4 mln di ton) vale altri 225 milioni di euro.

Scendendo nel particolare delle varie filiere del recupero, il rapporto testimonia che il 39% delle emissioni evitate è imputabile all’avvio a riciclo di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%).

L’energia primaria risparmiata grazie al riciclo arriva invece a quasi 24 terawattora, equivalente al consumo di circa 7 milioni di famiglie italiane. L’apporto principale a questo risparmio è da riconoscere al riciclo della plastica con una quota di oltre il 40%; il riciclo del vetro è al secondo posto con il 28,8%, quello della carta al terzo con il 20,6%.

Il risparmio di materia vergine, non estratta perché sostituita dalla materia ottenuta dal riciclo, ammonta invece a 4,631 milioni di tonnellate: si tratta di 278mila tonnellate di acciaio, 16mila tonnellate di alluminio, 1,233mila tonnellate di carta, 830mila tonnellate di legno, 470mila tonnellate di plastica e 1,804mila tonnellate di vetro.

Il Rapporto di sostenibilità 2020 aggiorna anche il numero di discariche evitate: in 23 anni il sistema Conai ha scongiurato il riempimento di 175 nuove discariche di medie dimensioni.

«Pur avendo raggiunto un livello di eccellenza europea nel riciclo degli imballaggi abbiamo ancora margini di miglioramento in alcune zone del Paese, per quantità e qualità della raccolta differenziata e, in generale, nel miglioramento delle tecnologie di riciclo – in particolare delle plastiche – e nella chiusura del ciclo con impianti di recupero delle frazioni che residuano dai trattamenti di riciclo», conclude Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e già ministro dell’Ambiente.

L. A.