Il futuro dell'impianto potrà passare da un Distretto circolare verde?

Raffineria Eni di Livorno, entro i primi di marzo il Governo convocherà il tavolo di confronto

Romano: «È un impegno che siamo sicuri questo Governo vorrà rispettare alla lettera, procedendo dunque alla prima riunione entro il prossimo 10 marzo»

[9 Febbraio 2022]

Il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, rispondendo – per conto del dicastero dello Sviluppo economico – ad un’interrogazione del deputato Andrea Romano, informa che il Governo si è impegnato formalmente a «convocare entro i primi giorni di marzo un tavolo con enti locali, sindacati e azienda sull’impianto Eni di Livorno», come informa lo stesso Romano.

«È un impegno che siamo sicuri questo Governo vorrà rispettare alla lettera, procedendo dunque alla prima riunione entro il prossimo 10 marzo. Sono mesi – ricorda Romano – che i parlamentari del Pd, insieme ai sindaci del territorio livornese, i vertici della Regione Toscana, i sindacati, i lavoratori e le loro famiglie hanno sollecitato il governo ad occuparsi dell’Eni di Livorno. Lo abbiamo fatto anche perché il caso dell’impianto Eni di Stagno è un caso esemplare sul quale si misurerà la capacità della politica di governare i processi di trasformazione economica, sociale ed ambientale del dopo-pandemia.

Possiamo e dobbiamo decidere di governare questi processi, di utilizzare l’occasione della transizione energetica ed ecologica come percorso per rilanciare la nostra vocazione industriale – quella vocazione che ha reso l’Italia un grande paese manifatturiero – rispondendo alla duplice esigenza di difendere il nostro ecosistema e di modernizzare la nostra capacità industriale».

Come farlo però resta ancora un punto interrogativo per la raffineria di Stagno, inserita peraltro all’interno di un Sito d’interesse nazionale (Sin) che attende di essere bonificato da vent’anni.

Dal punto di vista tecnologico e dello sviluppo sostenibile, resta di particolare interesse la prospettiva di poter realizzare un Distretto circolare verde  – impiegando la tecnologia waste to chemicals presentata lo scorso autunno a Pisa dalla Scuola Superiore Sant’Anna e NextChem – che possa recuperare preziosi composti chimici (come metanolo e idrogeno) a partire da rifiuti non riciclabili meccanicamente, e che sarebbero destinati a inceneritori o discariche, o peggio all’export. Alla politica l’arduo compito di valutare le possibili alternative in campo.