Biometano per le cartiere, firmato accordo tra Cib e Assocarta
«Può rappresentare per le industrie energivore una risposta ai rincari quotidiani dell’energia»
[10 Febbraio 2022]
Le cartiere italiane, nonostante rappresentino dei veri e propri poli del riciclo – oltre il 60% della produzione proviene da fibre riciclate, e si arriva all’87% nel settore degli imballaggi –, sono anche tra le industrie energivore più esposte alla crisi delle bollette in corso: una crisi alimentata dal gas naturale e che potrebbe essere lenita dal gas rinnovabile, il biometano.
Per questo, oggi il Cib (Consorzio italiano biogas) e Assocarta hanno siglato un accordo di collaborazione per supportare la riconversione a biometano degli impianti biogas esistenti e lo sviluppo di nuove iniziative per la produzione di biometano dalla filiera agroindustriale. Secondo i due firmatari, infatti, il biometano rappresenta «una delle leve più efficaci per decarbonizzare il settore cartario» e «può rappresentare per le industrie energivore una risposta ai rincari quotidiani dell’energia».
Basti pensare che mentre il Governo e molti stakeholder sono orientati a raddoppiare l’estrazione di gas fossile in Italia, da circa 4 a circa 8 mld di metri cubi l’anno – un’operazione tecnicamente possibile in 18-24 mesi, quando la crisi energetica in corso sarà con tutta probabilità già esaurita –, il nostro Paese presenta un potenziale produttivo di biometano più alto, stimato al 2030 in 10 miliardi di metri cubi, di cui almeno 8 da matrici agricole.
«Il settore della carta è un utilizzatore di gas in cogenerazione tramite la quale ha migliorato la sua efficienza energetica del 20% negli ultimi 15 anni. Per questo incrementare l’utilizzo di biometano Made in Italy nei nostri impianti di cogenerazione significa procedere sulla strada della transizione ecologica ed energetica. Un vettore energetico rinnovabile, il biogas, che garantisce anche certezza negli approvvigionamenti in quanto la sua diponibilità non sarebbe legata a dinamiche geopolitiche e oscillazioni di prezzi che ad oggi rendono la gestione aziendale molto complessa», commenta il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli.
Senza dimenticare che un altro importante fattore sarebbe disponibile per migliorare la sostenibilità delle cartiere e al contempo ridurne i costi energetici, ovvero il recupero di energia dagli scarti del riciclo della carta stessa. Materiali che potrebbero essere bruciati per ricavarne energia con cui alimentare le cartiere, e che in larga parte vengono invece gettati in discarica per la mancanza di impianti idonei a valorizzarli altrimenti.