Gli ambientalisti europei chiedono uno stop all’import di petrolio dalla Russia

T&E: «I razzi che distruggono le città ucraine sono comprati con la benzina delle auto europee»

[3 Marzo 2022]

Heorhiy Veremiychyk, ambientalista del National ecological centre dell’Ucraina, conosce da vicino le sofferenze del conflitto in corso nella sua terra: «La guerra illegale della Russia contro l’Ucraina è devastante per la gente del nostro Paese. I missili e le bombe russe stanno uccidendo centinaia di difensori e civili ucraini. E la situazione non farà che peggiorare: abbiamo bisogno quindi di un’azione urgente per paralizzare la capacità del regime di Putin di finanziare la guerra. La Russia continua a ricevere pagamenti dai governi europei che inavvertitamente finanziano l’assalto della Russia all’Ucraina, questo deve finire».

Ed è questo l’obiettivo che si pone una coalizione di 25 associazioni ambientaliste europee – per l’Italia aderiscono Legambiente e l’ong Cittadini per l’aria – in un appello pubblico ai leader dell’Unione europea e degli Stati membri.

La richiesta è semplice e chiara: la Ue dovrebbe mettere sotto embargo tutte le importazioni di petrolio – i due terzi dell’import in arrivo da Mosca viene impiegato nel settore trasporti – e gas dalla Russia per non finanziare indirettamente le attività belliche in territorio ucraino; più nel dettaglio, le associazioni chiedono di introdurre una dazio o una tassa sulle esportazioni di combustibili fossili russi prima di arrivare a un embargo completo delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia.

La coalizione aggiunge poi una richiesta che renderebbe più facile anche ai consumatori dei diversi Paesi europei fare azioni concrete contro Putin: indicare chiaramente, alla stazione di servizio, il paese d’origine dei prodotti petroliferi. Infine, l’appello chiede che i Paesi dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie),  che hanno 90 giorni di riserve emergenziali di petrolio, le dispieghino per sostenere i Paesi con un’alta esposizione alla Russia.

«I razzi che distruggono le città ucraine sono comprati con la benzina delle auto europee – conclude  William Todts, direttore esecutivo di Transport & Environment – Per 20 anni abbiamo pagato denaro sporco a Putin. Porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio non è solo un imperativo morale per affrontare il cambiamento climatico, è fondamentale per porre fine a questa guerra».