Continua il bla bla bla sulle rinnovabili: per l’Italia il 2021 è stato un altro anno perso

Politecnico di Milano: «È davvero urgente riprendere a intensificare l’installazione di nuovi impianti, ma non è possibile senza una semplificazione normativa e un più facile accesso agli incentivi»

[17 Maggio 2022]

Mentre la Commissione europea punta ad innalzare ulteriormente l’asticella sulle rinnovabili al 2030 – si va verso la richiesta di soddisfare almeno il 45% della domanda energetica totale, mentre il nostro Paese è fermo al 20% circa –, l’Italia continua a perdere terreno.

L’Energy&Strategy group della School of management del Politecnico di Milano, presentando oggi il nuovo Rapporto sulle energie rinnovabili, afferma che per «l’Italia il 2021 è stato un altro anno sprecato» in quanto il mercato delle rinnovabili in Italia è cresciuto, ma non quanto avrebbe potuto e dovuto.

La capacità di rinnovabili installata nell’ultimo anno si fermata infatti a +1.351 MW, portando il Paese a quota 60,58 GW: l’aumento è stato trainato dalla nuova capacità di fotovoltaico (+935 MW), seguito dall’eolico (+404 MW) e dall’idroelettrico (+11 MW), la geotermia è rimasta ferma e le bioenergie sono addirittura in diminuzione (-14 MW).

«È davvero urgente riprendere a intensificare l’installazione di nuovi impianti alimentati da energie rinnovabili, così come gestire correttamente le strutture esistenti, per evitare di allontanarci ancora di più dal percorso verso la decarbonizzazione – spiega Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy &Strategy – Per centrare gli obiettivi europei al 2030 si dovrebbero installare in Italia almeno 60-65 GW di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili non programmabili, ma non è possibile senza una semplificazione normativa, in particolare nelle autorizzazioni, e un più facile accesso agli incentivi: qualcosa è stato fatto, ma la strada è lunga».

Se guardiamo ad esempio alle aste per i grandi impianti, i sette bandi predisposti dal decreto Fer 1 sono giunti a conclusione, ma con risultati non soddisfacenti: la partecipazione durante il 2021 è rimasta bassa, in larga misura a causa dell’andamento intermittente del rilascio delle autorizzazioni, e questo ha lasciato per tutti i gruppi un contingente non assegnato che andrà colmato con due ulteriori bandi previsti per il 2022.

Come spiegano dal Politecnico di Milano, di questo passo al 2030 avremmo un parco eolico e fotovoltaico di poco superiore ai 50 GW, rendendo impossibile l’obiettivo (aumentato con il Pte, il Piano per la transizione ecologica) di un installato totale di rinnovabili tra i 125 e i 130 GW. Queste cifre si possono raggiungere solo se il tasso di installazione sarà quattro volte maggiore dell’attuale per l’eolico (circa 1,75 GW/anno contro gli 0,38 GW/anno di oggi) e sette volte maggiore per il fotovoltaico (circa 5,6 GW/anno contro 0,73 GW/anno). E rimandando si peggiora solo la situazione.