Per rispettare la traiettoria europea di decarbonizzazione servono almeno +10 GW l’anno
Italia ancora in ritardo sulle rinnovabili, da inizio anno in esercizio +2 GW di impianti
Terna: nel 2023 la domanda elettrica è soddisfatta per il 48,1% da fonti non rinnovabili, per il 33,6% da rinnovabili e per la quota restante dal saldo estero
[22 Giugno 2023]
Da inizio anno quasi la metà (48,1%) della domanda elettrica italiana è stata soddisfatta attingendo alle fonti energetiche non rinnovabili, mentre le rinnovabili hanno coperto un terzo (33,6%) e la quota rimanente è arrivata dal saldo estero.
Sono questi i dati aggiornati a fine maggio appena pubblicati da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, che informa anche sull’avanzata delle nuove installazioni.
«Nel 2023 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.001 MW. Tale valore è superiore di 1.110 MW (+125%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente», ma comunque in ampio ritardo sulla tabella di marcia per il percorso indicato dall’Ue su decarbonizzazione e sicurezza energetica.
L’iniziativa RePowerEu si traduce infatti nella necessità di installare 85 GW di nuovi impianti rinnovabili al 2030, avanzando ovvero al ritmo di circa +10 GW l’anno. Procedendo di questo passo, invece, a fine anno le nuove installazioni si fermerebbero a circa 5 GW: la metà del necessario.
Intervenendo tre mesi fa alla presentazione del Piano di sviluppo avanzato proprio da Terna, il ministro dell’Ambiente Pichetto ha alzato l’asticella portandola addirittura a +12-14 GW l’anno, ma le semplificazioni autorizzative introdotte finora evidentemente non bastano a raggiungere tale obiettivo, nonostante in passato il Paese abbia già dimostrato di poter reggere il ritmo (+11 GW installati nel 2011).
Adesso a frenare lo sviluppo degli impianti rinnovabili sono più fattori: in primis le resistenze delle Regioni e degli enti locali, ovvero le sindromi Nimto che sempre più spesso si associano a quelle Nimby, così come quelle poste dal ministero della Cultura attraverso le Soprintendenze.
Nel frattempo, da Terna registrano almeno piccoli progressi sul fronte della producibilità degli impianti rinnovabili già attivi lungo lo Stivale, così come sotto il profilo dei consumi energetici.
Nei primi cinque mesi del 2023 la richiesta di energia elettrica in Italia è infatti in calo del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con la produzione da fonte idrica (+33,4%) ed eolica (+33,8%); in flessione la produzione da fonte termica (-19,8%) e fotovoltaica (-5,4%); sostanzialmente stabile la produzione geotermoelettrica (+0,2%).
In particolare, nel mese di maggio la domanda elettrica in Italia è stata in calo del 4,5% rispetto all’anno scorso – anche grazie a una temperatura media mensile inferiore di 1,8°C rispetto a maggio del 2022 –, e le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 10,4 miliardi di kWh, coprendo il 42,8% della domanda elettrica (contro il 35,6% del maggio 2022, +12,7%).
Nessun passo avanti, invece, sul fronte delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer), il nuovo soggetto giuridico delineato dal recepimento della direttiva europea Red II per autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, risparmiando in bolletta: la proposta di decreto italiana per incentivarle è all’attenzione dell’Ue ormai da febbraio, ma i richiami evidenziati dalla Commissione non sembrano ancora essere stati chiariti all’interno degli uffici ministeriali.
Proprio ieri Pichetto ha sottolineato «la necessità di verificare la congruità rispetto alle regole del mercato del cumulo dei benefici», ovvero la tariffa premiale con i contributi in conto capitale fino al 40% dell’investimento, che si verificherebbe nei Comuni con popolazione sotto i cinquemila abitanti.
Rispondendo all’interrogazione del deputato Marco Simiani, il ministro ha dichiarato che nel testo condiviso con la Commissione non c’è «la paventata previsione dell’accesso all’incentivo tariffario per i progetti avviati a seguito dell’entrata in vigore del decreto. Sto portando avanti personalmente le interlocuzioni con la Commissione per accelerare l’iter di valutazione e garantire la più rapida applicazione».