La cinciallegra, alleato naturale contro la processionaria del pino

Mentre il riscaldamento globale aumenta il rischio infestazioni del lepidottero, dalle foreste del Parco nazionale della Sila un focus sull’azione di alcuni antagonisti

[4 Gennaio 2024]

I nidi della processionaria del pino sono arrivati addirittura a Montenero, intorno ai 1900 m di quota, nel cuore del Parco nazionale della Sila. Fino a qualche tempo addietro era impensabile trovare un nido invernale dell’insetto fitofago a queste altitudini.

Nel bosco sono presenti diversi agenti di contenimento naturale, ma c’è purtroppo da constatare che questi non riescono ad agire con apprezzabili risultati, specie quando c’è un evidente squilibrio.

In tutta l’area del bacino del Mediterraneo la processionaria del pino rappresenta una delle minacce più incombenti tra gli insetti defogliatori. Il riscaldamento globale è certamente tra le principali cause dell’aumento delle infestazioni del lepidottero. Attualmente sono in corso delle ricerche anche a livello internazionale, tra cui segnaliamo una delle più importanti, ovvero il progetto Prowarm.

Ma quali sono i nemici naturali della processionaria del pino? In base allo stadio di sviluppo, troviamo, ad esempio, l’imenottero Ooencyrtus pityocampae, che parassitizza le uova della processionaria. Sulle larve agiscono invece un dittero tachinide, quale il Phryxe caudata, ma anche alcuni uccelli insettivori, come quelli appartenenti al genere Parus, tra cui segnaliamo certamente la cinciallegra Parus major, ma pure la cinciarella, la cincia bigia e la cincia mora, diffusi nei nostri boschi, senza dimenticare il cuculo, uccello migratore ghiotto di larve di processionaria.

Allo stato di crisalide, un altro uccello migratore è un valido collaboratore, si tratta dell’upupa, storico simbolo della Lipu (Lega italiana protezione uccelli).

Tra vari altri insetti nemici naturali della processionaria del pino, troviamo il gruppo della formica rufa, che comprende F. lugubris, F. rufa, F. aquilonia, F. polyctena, tutte voraci di larve di processionaria del pino, già impiegate in progetti sperimentali di controllo naturale dei lepidotteri defogliatori forestali.

Ritornando agli uccelli, soltanto due estati fa, sui monti della Sila (Calabria), durante delle ricerche sulla riproduzione di alcune colonie di gruccione Merops apiaster, per la prima volta ho documentato la predazione di questo uccello su adulti in sfarfallamento del lepidottero, un fatto inedito che certamente sarà oggetto di ulteriori approfondimenti.

Questo dato è stato riportato in un articolo sulla nidificazione del gruccione in Sila, pubblicato sul numero 47 (2022) della rivista di ornitologia “Gli uccelli d’Italia” edita dalla Soi (Società ornitologica italiana), dal titolo: I primi dieci anni di nidificazione del gruccione Merops apiaster sull’altopiano della Sila (Appennino calabro, sud Italia).

Nel collage fotografico riportato in pagina in alto a destra e realizzato nello scorso mese di dicembre, si può osservare una coppia di cinciallegre nelle foreste della Sila, a 1300 m di quota, entrambi adulti agiscono nel forare un nido ancora non ben strutturato; l’azione dei due insettivori alla fine trafiggerà l’ammasso di fili sericei con conseguente predazione delle larve di processionaria presenti all’interno.

Le temperature, particolarmente miti per il periodo, vedono ancora la presenza dei cosiddetti nidi autunnali (prenidi), realizzati in prossimità dell’ovatura e che ancora non rappresentano i nidi invernali definitivi, costituiti da ammassi più compatti, certamente più resistenti anche all’azione della cinciallegra, alleato naturale in una lotta alquanto complessa, difficile e lunga, specie là dove le infestazioni sono presenti ormai da alcuni decenni.