Per i produttori c’è tempo fino all’8 maggio per inviare (gratuitamente) la propria candidatura
Legambiente, la rassegna nazionale dei vini bio sta per tornare a Rispescia
Ferruzza: «Il vino come concentrato della cultura del buon vivere e del ben-essere del Belpaese, superbo ambasciatore dei suoi tanti paesaggi a vocazione rurale»
[30 Aprile 2024]
La rassegna degustazione nazionale dei vini da agricoltura biologica e biodinamica, promossa come ogni anno da Legambiente a arrivata alla 32esima edizione, sta per tornare a Rispescia (GR).
Le aziende che intendono partecipare – gratuitamente – devono far pervenire la propria domanda entro e non oltre l’8 maggio 2024 (qui per maggiori informazioni). Nel frattempo già Vinitaly 2024 ha dimostrato che il vino bio è un prodotto maturo e capace di attirare sempre di più l’interesse dei consumatori. Negli ultimi anni, le produzioni di vini biologici sono cresciute esponenzialmente, e da nord a sud dello Stivale non sembrano registrarsi battute d’arresto all’orizzonte.
«I numeri del vino bio – dichiara Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – ci danno ancora una volta ragione. Le politiche di sensibilizzazione promosse anche attraverso la nostra rassegna degustazione nazionale hanno dato i loro frutti. Qualche decennio fa, anche solo a parlare di vini biologici si correva il rischio di essere considerati visionari. Oggi, una grande fetta di mercato va in questa direzione».
Ma neanche il mercato del vino può dirsi al riparo dalla crisi climatica. Un recentissimo studio, condotto tra gli altri dall’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura francese, documenta che – entro il 2100 – circa il 90% delle regioni costiere e a bassa quota dell’Europa meridionale non potrà più produrre buon vino a condizioni economicamente sostenibili, se il riscaldamento globale supererà i 2°C rispetto all’era pre-industriale.
La traiettoria attuale punta ben oltre, a +2,5-2,9°C. L’unica soluzione per salvare il vino toscano, nell’arco dei prossimi decenni, è dunque invertire la rotta della crisi climatica, tagliando drasticamente le emissioni di gas serra legati all’uso dei combustibili fossili.
«La crisi climatica morde e le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti – conferma Gentili – Siccità ed eventi estremi sono solo due tra le tante difficoltà che ogni giorno i nostri agricoltori si trovano ad affrontare. Valorizzare le loro produzioni significa anche creare un ponte tra opinione pubblica, istituzioni e produzioni affinché la richiesta di sostegni e risorse a governo centrale ed Europa trovi sponda».
In questo contesto, i vini da agricoltura biologica e biodinamica rappresentano una marcia in più: «Siamo particolarmente orgogliosi del successo che ogni anno registriamo alla rassegna dei migliori vini bio italiani – conclude Fausto Ferruzza, responsabile nazionale paesaggio di Legambiente e presidente del Cigno verde toscano – ricordiamo infatti che l’effetto traino che genera questa produzione d’eccellenza del nostro Paese dipende anche dal circuito virtuoso che essa genera dai e sui territori. Il vino quindi come concentrato della cultura del buon vivere e del ben-essere del Belpaese, e superbo ambasciatore dei suoi tanti paesaggi a vocazione rurale».