Oggi il focus all’Earth technology expo di Firenze
Come funziona IT-alert, spiegato dal capo dipartimento della Protezione civile
Curcio: «Ci stiamo lavorando con grande senso di responsabilità, non possiamo e non vogliamo avere il controllo del mezzo»
[15 Novembre 2023]
L’avanzata della crisi climatica nel nostro Paese, che dal 2014 ha imposto la diramazione di ben 148 stati di emergenza nazionale – di cui 24 concentrati nell’ultimo anno – sta mettendo sotto stress anche un’eccellenza come il sistema di Protezione civile, che è chiamato ad aggiornare procedure e sistemi d’intervento.
In quest’ottica rientra IT-alert, ovvero il nuovo sistema d’allarme pubblico (ancora in via di sperimentazione), pensato per informare direttamente la popolazione in caso di catastrofi imminenti o in corso.
Una forma di prevenzione che non parla di nuove infrastrutture ma di rendere più consapevole la cittadinanza, come evidenziato oggi da Fabrizio Curcio – capo dipartimento della Protezione civile – durante l’Earth technology expo in corso a Firenze fino al 18 novembre.
Paradossalmente, IT-alert è diventato oggetto di attenzioni complottiste da parte di una sparuta ma rumorosa minoranza, che legge in questo strumento di protezione civile un cavallo di Troia per invadere la privacy e controllare i cittadini. Niente di più lontano dalla realtà.
Nel corso della conferenza Mare climaticum nostrum, Curcio (nella foto col presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora Monia Monni, ndr) sottolinea che IT-alert è un sistema di messaggio broadcast equivalente a una moderna sirena d’allarme: la Protezione civile individua un’area nazionale a rischio, e dà alle compagnie telefoniche indicazione di diramare un messaggio d’allarme a tutti i clienti presenti in quell’area.
Come nel caso di una sirena, se un cittadino col proprio telefono è presente nell’area a rischio sente il messaggio d’allarme, altrimenti no; proseguendo con l’analogia, l’informazione è unidirezionale e la Protezione civile non sa a chi arriva o meno il messaggio.
«Non possiamo e non vogliamo avere il controllo del mezzo – rimarca Curcio – Stiamo lavorando al sistema IT-Alert con grande senso di responsabilità perché sappiamo che potrà essere uno strumento importante, ma attenzione, non salvifico. La tecnologia da sola non basta, è un elemento essenziale per tutto ciò che stiamo facendo ma va presa coi limiti e le incertezze del caso. Dietro ogni sistema che può sembrare semplice c’è la professionalità di un sistema Paese che vuole sbagliare il meno possibile».
L. A.