Lettera di Monica Frassoni a greenreport.it, il giornale "homeless"
Due o tre cose da dire sulla sostenibilità nonostante Renzi
La co-presidente del partito Verde Europeo: "Serve un movimento politico autonomo"
[13 Dicembre 2013]
Caro Direttore, nel suo bell’editoriale del 9 dicembre ha parlato di Renzi e della sostenibilità, manifestando allo stesso tempo scetticismo, ma anche una certa speranza che il cambio di rotta nel PD porti bene alla nostra comune causa. Ecco, io penso che realizzare in tempi ragionevoli l’obiettivo di una “conversione” ecologista non solo di Renzi, ma della politica tout court, sia necessario tornare ad organizzare un movimento politico autonomo, che tenga conto naturalmente delle evoluzioni sempre imprevedibili del sistema elettorale. Non c’è nulla da fare. Nel nostro paese contano meno le buone idee e la capacità di “contaminare” culturalmente, che i rapporti di forza e la capacità di attrarre attenzione mediatica, consenso, e, alla fine, voti. Capacità che, e l’ultimo Grillo con la sua scelta cinica di fomentare forconi e istinti anti-tutto ne è la prova, non sempre corrisponde alle migliori idee e persone in campo.
L’iniziativa di Green Italia ha questo obiettivo. Creare un rapporto di “forza” uno spazio di rappresentanza, di mobilitazione e aggregazione delle istanze che fanno della sostenibilità il faro della loro azione e che sono convinte che continuarne a sottovalutare la rilevanza per descrivere il percorso di uscita dalla crisi sia inaccettabile. Questo significa tre cose, nel difficile contesto attuale, in assenza di un’adeguata attenzione dei media e se si rifiuta l’idea di un leader carismatico e mediatico come unico traino possibile. La prima è che dobbiamo approfittare al massimo dell’occasione delle elezioni europee. Non solo perché l’80% delle norme dipendono ormai da decisioni del Parlamento Europeo e del Consiglio. Ma perché se si vogliono cambiare radicalmente le politiche di austerità, riconvertire “ecologicamente” i fondi europei o rivedere le priorità della politica dei trasporti, della biodiversità, dell’immigrazione, dobbiamo vincere le prossime elezioni. E anche perché all’onda di anti-europeismo che arriva anche in Italia, deve essere adeguatamente contrapposta una proposta molto seria sull’Europa federale come unico orizzonte capace di evitare di tornare indietro a frontiere e nazionalismi tragici. Certo, per potere partecipare pienamente bisogna in Italia cambiare la legge elettorale e togliere l’assurdo sbarramento al 4%, che ad oggi permetterebbe di essere rappresentati solo a PD, Forza Italia e Grillo. Anche su questo è necessaria una mobilitazione molto ampia, non solo politica, ma anche sociale. La seconda è che dobbiamo, con decisione e con la competenza che molti di noi ( e non solo) hanno, riprendere in mano le vertenze ambientali più spinose che attraversano il paese, trovando un filo conduttore di un sistema politico ed economico che ha sistematicamente saccheggiato e distrutto il Belpaese.
Come dice spesso Angelo Bonelli, eletto con Luana Zanella alla testa dei Verdi e membro con lei del comitato promotore di Green Italia, ci sono almeno sei milioni di cittadini che soffrono direttamente delle conseguenze del degrado ambientale e molte di più che sono esposte a rischi gravi o semplicemente a un calo di qualità di vita a causa d’inquinamento industriale o dell’aria, dell’impossibilità di scaldarsi, della mala gestione del suolo pubblico o dello spreco scandaloso di risorse per infrastrutture inutili, eccetera. L’obiettivo è dimostrare che urli Grillini a parte, queste emergenze si possono governare e che la protesta non basta. E, terzo, dobbiamo testardamente continuare a portare avanti l’idea che investire in “green economy” può davvero portarci fuori dal guado, dando visibilità alle soluzioni concrete e cercando la collaborazione con quel mondo economico che il Ministro Zanonato non sa neppure che esiste. Tutto questo, temo, non potrà essere portato avanti in modo discontinuo e un po’ opportunista da questo o quel leader senza che ci sia una forza organizzata, visibile e determinata, capace di raccogliere consenso concentrata solo o in prevalenza su queste priorità. Non è una sfida facile, ma mi pare l’unica all’orizzonte.