Siglato l’accordo tra Enel green power e Nippon gases per Piancastagnaio
Geotermia, sull’Amiata sorgerà un nuovo impianto per il riutilizzo della CO2
Naturalmente presente nei fluidi geotermici, sarà impiegata nei settori alimentari e farmaceutico: potrà soddisfare il 30% della domanda nazionale di anidride carbonica
[26 Aprile 2023]
Il gestore delle centrali geotermiche toscane (Enel green power) e Nippon gases, azienda leader nel settore dei gas industriali, hanno firmato un accordo per realizzare un nuovo impianto di riutilizzo, purificazione e liquefazione ai fini alimentari della CO2 naturalmente presente nei fluidi geotermici che alimentano le centrali geotermiche nel Comune amiatino di Piancastagnaio (SI).
«Questo accordo – spiega Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Egp Italia – rientra nel più ampio impegno di Enel green power per massimizzare l’utilizzo sostenibile e circolare della risorsa geotermica».
Dopo essere stato valorizzato nelle centrali geotermoelettriche di Piancastagnaio per produrre elettricità e calore, il fluido geotermico in uscita verrà trattato da Nippon gases – attraverso il nuovo impianto oggetto dell’accordo, alimentato al 100% da fonti rinnovabili – attraverso un processo di estrazione, purificazione e liquefazione della CO2 presente nel fluido.
Enel stima che tale impianto sarà in grado di produrre tanta CO2 da poter soddisfare, da solo, circa «il 30% della richiesta di anidride carbonica “pura” a livello nazionale», in primis per il mercato alimentare, delle bevande e farmaceutico.
«L’elevata affidabilità degli impianti di Egp unita a moderne ed efficienti tecniche di purificazione del gas e all’uso di un prodotto naturale, permetteranno il miglioramento dei servizi resi alla nostra clientela sempre nel rispetto dell’ambiente e all’insegna della sostenibilità», aggiunge Raoul Giudici, presidente del gruppo Nippon gases Italia.
Ad oggi non sono stati resi noti l’ammontare o le tempistiche dell’investimento previsto, ma il contesto ambientale in cui andrà ad agire è oggetto di approfondite ricerche scientifiche ormai da alcuni anni.
Una serie di studi condotti nell’ambito del progetto Deep carbon – cui hanno partecipato esperti Enel e Rina consulting, oltre a ricercatori di Cnr, Università di Pisa, Politecnico di Milano, La Sapienza –, presentati prima a Larderello, poi all’Università La Sapienza di Roma e infine agli Stati generali della geotermia, documenta che in Toscana la CO2eq rilasciata dalle centrali geotermiche è sostitutiva delle invisibili emissioni naturali dal suolo.
In quest’ottica la CO2 geotermica non va dunque a gravare ulteriormente sulla crisi climatica, ma fa parte del naturale ciclo del carbonio, un po’ come quella legata alla combustione di biomasse o alla CO2 (circa 1 kg) che ogni essere umano espira ogni giorno. Si tratta dunque di una CO2 molto diversa da quella di origine fossile, che non rientra all’interno del ciclo naturale del carbonio (bruciando combustibili fossili, liberiamo annualmente in atmosfera il risultato di 500 anni di attività fotosintetica del Giurassico).
A sua volta, ciò ovviamente non toglie alla CO2 – qualsiasi sia la sua origine – il ruolo di gas climalterante. Evitare che una parte dell’anidride carbonica geotermica, benché di origine naturale, venga rilasciata in atmosfera, catturandola e impiegandola a fini industriali, permetterà dunque di migliorare ulteriormente la performance ambientale della geotermia toscana.