Senza interventi le emissioni al 2030 si ridurranno solo del 23%, contro un target Ue del 55%

In Italia accelera la crisi climatica, da inizio anno +135% eventi meteo estremi

Legambiente: «Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema serve una decisa volontà politica»

[5 Giugno 2023]

Le due alluvioni che nell’arco di due settimane hanno devastato l’Emilia-Romagna sono solo la punta di un iceberg, quello degli eventi meteo estremi, che in Italia continua rapidamente a crescere sotto la spinta della crisi climatica.

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Legambiente ha aggiornato i dati del proprio Osservatorio Città Clima, documentando che in Italia «dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022».

Un dato che assume maggiore significato ricordando che già nel 2022 gli eventi meteo estremi erano cresciuti del 55% rispetto all’anno precedente. Dal 2010 a oggi Legambiente ha registrato 1.674 eventi meteo estremi a livello nazionale, uno ogni 3 giorni.

Come mai? Anche se può essere difficile collegare in modo univoco ogni singolo evento meteo estremo alla crisi climatica in corso, la comunità scientifica globale ha già raggiunto un consenso unanime nell’affermare che il cambiamento climatico rende tali fenomeni estremi più frequenti e più intensi. E in Italia, è bene ricordarlo, la crisi climatica viaggia a velocità doppia: rispetto all’era preindustriale la temperatura è aumentata di circa +2,4°C, contro +1,1°C di media globale.

«La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – bisogna invertire al più presto la rotta.  L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica».

Per fare cosa? Legambiente indica tre priorità: approvare il Piano di adattamento climatico (Pnacc) di cui il nostro Paese è ancora sprovvisto e stanziare le adeguate risorse economiche per attuarlo, visto che non sono state previste nell’ultima legge di bilancio; aggiornare entro fine giugno il Piano energia e clima (Pniec), dato che a politiche correnti il calo auspicato per le emissioni di gas serra è -33% al 2030 mentre il target Ue è -55%; approvare una legge contro il consumo di suolo, che l’Italia attende da 11 anni (l’iter legislativo iniziato nel 2012 è stato bloccato nel 2016, quando fu approvata dalla Camera dei deputati).

Su tutti questi fronti l’Italia è molto indietro, nonostante il record di eventi meteo estremi. Come dettaglia oggi la Conferenza nazionale delle green city, negli ultimi nove anni sono state tagliate invece solo circa due milioni di tonnellate di emissioni di gas serra l’anno: di questo passo al 2030 taglieremo le emissioni solo del 23% – sempre a fronte di un target europeo del 55%, per raggiungere il quale si dovrebbe procedere invece al ritmo di un taglio di 14 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, sette volte la media degli ultimi 9 anni.

Senza dimenticare che l’Italia «è l’unico grande Paese europeo che non ha approvato una legge per il clima, approvata da tempo in Germania, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito», come ricorda il presidente della Fondazione sviluppo sostenibile Edo Ronchi.

Infine, resta molto da accelerare anche per una reale semplificazione nelle procedure autorizzative per gli impianti rinnovabili: nel 2022 in Italia c’è stato addirittura un calo della produzione di elettricità da rinnovabili (scesa a 100,2 TWH, -14,7% rispetto al 2021 per il forte calo dell’idroelettrico, il basso aumento del fotovoltaico e lo stallo di tutte le altre fonti). Nel complesso la crescita della nuova potenza installata è stata di 3GW, contro i +5GW in Francia, + 9 GW in Spagna, + 11 GW in Germania.