Confapi con gli assessori a Economia e Ambiente in visita alla imprese dell’area tradizionale

Rinnovabili, la Toscana punta a raddoppiare la produzione da geotermia

Monni: «È una risorsa preziosa e un volano di crescita per i territori, contribuirà fortemente alla decarbonizzazione della nostra regione»

[12 Marzo 2024]

«Nella conversione energetica toscana la geotermia, che oltre ad essere rinnovabile è anche continua e programmabile, sarà essenziale: crediamo si possa raddoppiare l’attuale produzione, migliorando contestualmente le performance tecnologiche e ambientali».

È quanto afferma l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, nel corso della visita alle aziende dell’indotto geotermico nell’area geotermica tradizionale, condotta insieme al collega Leonardo Marras (assessore all’Economia) su invito del presidente Confapi Toscana e Confapi Pisa e Tirreno, Luigi Pino.

Un obiettivo che è nell’aria almeno da tre anni, ma che adesso potrebbe iniziare a concretizzarsi. Entro fine giugno la Regione Toscana è infatti chiamata a valutare il Piano industriale cui sta lavorando Enel green power, l’attuale gestore delle centrali geotermoelettriche toscane, per decidere o meno di prorogare di vent’anni la durata delle concessioni minerarie che ne sottendono l’attività.

Una proroga caldeggiata a livello nazionale anche da Confapi col ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, visto il prezioso know-how sviluppato in continuità sul territorio da oltre due secoli.

«La geotermia è una risorsa preziosa, che contribuirà fortemente alla decarbonizzazione della nostra regione – spiega Monni – Questa rinnovabile rappresenta un volano di crescita per quei territori, come la Val di Cecina, dove la sua presenza ha permesso lo sviluppo di un tessuto imprenditoriale importante, che dà lavoro a migliaia di cittadini. Intorno alla geotermia si sono formate aziende con grandi professionalità per il settore e che rappresentano un patrimonio da salvaguardare».

In quest’ottica, se «dovessimo trovare un accordo per la concessione di una proroga ad Enel, questo – conclude Monni – dovrebbe avere al suo cuore la valorizzazione di questo tessuto imprenditoriale, perché è assolutamente giusto investire in opere che possano diversificare e valorizzare il turismo, come è vero che le infrastrutture sono fondamentali per avvicinare questi territori e permettono alle persone di arrivare, ma solo il lavoro permette loro di scegliere di restare».

Non a caso per il presidente Pino «la priorità è che venga tempestivamente convocato il tavolo regionale sulla geotermia istituito con le parti sociali, e che sia sede dell’auspicata sinergia tra tutti gli stakeholders, per supportare la Regione nell’iter e sui criteri di valutazione del piano di investimento che il concessionario presenterà».

Già oggi la geotermia produce in Toscana tanta elettricità rinnovabile da equiparare un terzo dei consumi regionali, oltre a teleriscaldare (con bollette dimezzate per cittadini e imprese) 9 Comuni sede d’impianto nelle province di Pisa, Siena e Grosseto; non a caso gli unici Comuni 100% rinnovabili del centro sud italiano, certificati da Legambiente, sono geotermici.

La piena sostenibilità delle attuali tecnologie, dal punto di vista sia ambientale sia sanitario, è stata certificata con rigore (insieme agli aspetti su cui poter continuare a migliorare), col territorio che è dunque pronto a raccogliere le sollecitazioni in arrivo dall’Ue: il RePowerEu punta a triplicare la potenza geotermica installata in Europa entro il 2030, mentre a gennaio il 96% dell’Europarlamento ha chiesto una Strategia europea per supportare lo sviluppo sostenibile di questa fonte rinnovabile.

«Condivido ciò che ha detto la collega Monni, l’occasione è storica, anche più storica del 2006 – conclude Marras – Serve alzare lo sguardo anche perché siamo di fronte ad aree di crisi economica industriale non complessa. È importante lo sviluppo di nuove potenzialità ma è altrettanto fondamentale il revamping delle centrali esistenti. Se gli obiettivi di istituzioni e concessionario convergono su uno sviluppo industriale strategico, allora sarà altrettanto possibile definire patti chiari per valorizzare competenze e territorialità e condividere meccanismi di monitoraggio. Stiamo parlando di uno sviluppo economico e tecnologico importantissimo e la pretesa che la base di questo sviluppo sia collocato in Toscana è legittima. Potremo lavorare congiuntamente sulle richieste e costruire insieme una linea che contenga degli obiettivi di sviluppo strategico».