Tari, al via la nuova regolazione Arera Mtr-2: non solo raccolta, più attenzione agli impianti
I livelli di differenziata, l’effettiva gestione dei rifiuti e la prossimità impiantistica diventano con variabili quantitative che determinano la tassa che pagheranno i cittadini
[4 Agosto 2021]
Dopo un ampio giro di consultazioni con le regioni e gli operatori di settori, l’Arera – l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – ha deliberato oggi l’avvio del secondo periodo di regolazione Tari (Mtr-2), valido dal 2022 al 2025.
Si tratta dell’atteso aggiornamento dei criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, che introduce anche importanti novità aggiuntive rispetto ai parametri finora utilizzati per il calcolo della Tari.
Se il primo metodo tariffario rifiuti (Mtr) introduceva il riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per le fasi della filiera dei rifiuti fino al conferimento, con l’Mtr-2 si regolano adesso anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, prevedendo una programmazione quadriennale, premiando il ricorso ad impianti di trattamento che valorizzino i rifiuti e penalizzando decisamente il conferimento in discarica.
«La regolazione del settore è certamente lungi dall’essere matura – sottolinea il presidente Arera, Stefano Besseghini – ma il percorso procede in un dialogo cercato e costante con i consumatori e tutti i portatori di interesse. L’introduzione della regolazione degli impianti, con una specifica attenzione alla chiusura del ciclo, rappresenta un elemento di assoluta novità. L’Mtr-2 è uno strumento flessibile che consente, agli Enti territorialmente competenti e agli operatori, di fornire agli utenti servizi adeguati a costi sostenibili e l’Autorità è pronta ad intervenire nei casi di inerzia nell’applicazione del metodo».
Più nel dettaglio, in questo secondo periodo di regolazione sono incluse variabili di calcolo che tengono conto dei più recenti elementi normativi europei e nazionali, che hanno modificato la classificazione dei rifiuti e gli obiettivi ambientali: gli obiettivi a lungo termine per l’economia circolare, la responsabilità estesa del produttore, le regole per gli imballaggi, la gerarchia dei rifiuti urbani e la loro identificazione, la graduale riduzione dei conferimenti in discarica, il principio “chi inquina paga” e il collegamento con il Pnrr.
L’Mtr-2 proverà inoltre a tenere in debito conto le profonde differenze che ancora segnano il Paese dal punto di vista della gestione dei rifiuti urbani e della relativa dotazione impiantistica, in sofferenza soprattutto nel centro sud, che a loro volta alimentano un enorme turismo dei rifiuti oltre a occasioni di profitto per la criminalità.
Per affrontare «le evidenti differenze territoriali e gestionali, sia in termini di presenza di impianti che di gestione dei flussi di rifiuti», l’Arera ha confermato un modello di regolazione tariffaria “asimmetrica”, introducendo «un meccanismo di incentivazione tramite perequazione, sulla base della gerarchia dei rifiuti, che prevede componenti a compensazione o maggiorazione dei corrispettivi per l’accesso a seconda del tipo di impianto».
In questo contesto gli impianti sono classificati secondo la natura del gestore (“integrato” se gestisce più fasi della filiera e ha impianti di trattamento già considerati nella regolazione del precedente Mtr) e il ruolo che ricoprono nel ciclo (se impianti di chiusura del ciclo o intermedi).
Il meccanismo di perequazione, nonché il previsto limite alle tariffe di accesso ai medesimi impianti, mirano «a responsabilizzare le realtà locali, supportando i percorsi di miglioramento dell’efficienza gestionale, di completamento della filiera e di realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, premiando la prossimità territoriale».
Nella classificazione Arera sono impianti “minimi” quelli ritenuti indispensabili alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel loro territorio e previsti nella programmazione. Sono impianti “aggiuntivi” quelli diversi dai minimi, per i quali si applica una regolazione orientata alla trasparenza
La regolazione Mtr-2, quindi, oltre ad applicarsi a tutti i gestori integrati e ai loro impianti, si applica agli operatori non integrati che gestiscono impianti “minimi”, con l’introduzione di incentivi decrescenti in base al tipo di trattamento che operano sui rifiuti (compostaggio, digestione anaerobica, termovalorizzazione); è sempre penalizzato il conferimento in discarica.
«I livelli di raccolta differenziata, il trattamento dei rifiuti con riutilizzo o riciclo, la prossimità territoriale e le caratteristiche dimensionali, tecnologiche e di impatto ambientale degli impianti, diventano con l’Mtr-2 variabili quantitative che determinano la Tari, rendendola più vicina alle esigenze dei cittadini», concludono dall’Arera.
L. A.