Nel mentre continuano a crescere i ritardi su decarbonizzazione e rinnovabili

Il Governo aggiorna il Piano nazionale integrato energia e clima, al via la consultazione

«La "proposta" di aggiornamento del Piano, prevista per il 30 giugno prossimo, terrà conto degli orientamenti emersi nel questionario che è aperto a tutti»

[8 Maggio 2023]

Il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) dovrà essere inviato in Europa entro poco più di un mese e il Governo Meloni, chiamato ad approntarlo, ha avviato la consultazione pubblica questo fine settimana.

Si tratta di un semplice questionario, che rimarrà online per tre settimane, fino al 26 maggio prossimo; messo a punto dal ministero dell’Ambiente, con lo scopo di allinearsi all normativa europea che chiede agli Stati membri di “offrire al pubblico tempestive ed effettive opportunità di partecipare alla elaborazione del Pniec”.

Si tratta solo di un primo step, ovvero la «fase iniziale di un processo di informazione e condivisione a vari livelli – con cittadini, industrie, operatori del settore, regioni, comuni, parlamento – che durerà fino a giugno 2024, data di presentazione alla Commissione europea della versione definitiva del Pniec».

Lo scopo è quello di arrivare a delineare un documento che impegni l’Italia a raggiungere, in concreto, gli obiettivi di decarbonizzazione individuati in sede europea. Il risultato però è tutt’altro che scontato, come testimonia la versione del Pniec attualmente in vigore.

Risalente al 2020, il Pniec nacque in quell’occasione già vecchio, in quanto basato su obiettivi nazionali ormai superati da quelli europei. Si guardi su tutto alla riduzione complessiva dei gas serra emessi: il Pniec in vigore punta a -37% al 2030 (rispetto al 1990), mentre l’Ue già tre anni fa indicava la necessità di arrivare almeno al -40%. Un obiettivo che ora si è spostato ulteriormente in avanti, al -55%.

Lo stesso vale per il necessario incremento della potenza rinnovabile installata. Nel Pniec in vigore l’Italia mira a coprire almeno il 30% dei propri consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 (ad oggi il dato è fermo al 19%), mentre adesso l’Ue punta almeno al 42,5%.

In ogni caso, qualsiasi sia l’obiettivo Pniec cui si guardi, purtroppo l’Italia si presenta ancora in forte ritardo. Le emissioni nazionali continuano a crescere, tanto che a fine 2021 erano diminuite del 19,9% rispetto al 1990, ma l’Ue impone di arrivare a -55% tra appena 7 anni; un gap che continua a crescere anche sul fronte delle rinnovabili, che risultano addirittura in calo nel corso dell’ultimo anno.

Per rispettare i target europei al 2030 l’Italia avrebbe bisogno di installare circa 10 GW di nuovi impianti l’anno, riducendo i costi in bolletta e creando al contempo 540mila nuovi posti di lavoro solo nel comparto elettrico.

Nel corso dell’ultimo anno, invece, sono stati installati appena 3 GW di nuovi impianti, e il trend continua ad essere troppo lento anche quest’anno: nel corso del primo trimestre il Paese ha aggiunto soli 1,1 GW.